sabato 14 novembre 2015

Paris, 13 novèmbre 2015


 Un moment de fraternitè pour defendre égalité et lìbertè


di Claudio Montini

Avevo scritto una poesia ai tempi dell'attentato alla redazione di Carlie Hebdo; non pensavo, non immaginavo, non mi sognavo nemmeno lontanamente di doverla tirare fuori ancora...
A colazione, stamattina, ho inzuppato le fette biscottate col caffelatte e le notizie drammatiche, frammentarie e scarne, che dalla capitale francese venivano rimbalzate, ripetute a pappagallo, raffazzonate replicando ad anello immagini incomprensibili e interviste della televisione francese, tradotte in simultanea con una concitazione degna del peggior cinegiornale che si cimentasse nel racconto di Pearl Harbour: se non ci credete, andatevi a rivedere il discorso di François Hollande alla nazione in originale e poi con la simultanea mandata da RaiNews 24.
Il presidente transalpino, con voce piana, pacata, calma, ma ferma e decisa parlava ai francesi, tutti i francesi nessuno escluso di ciò, che era accaduto e di quanto era stato disposto nell'immediato come la cancellazione del trattato di Schengen (sebbene avesse parlato di chiusura delle frontiere) e l'innalzamento del livello di allerta per le forze di sicurezza, poliziotti o gendarmi o militari o agenti dei servizi segreti che fossero ( per la cronaca, level A rouge: stato di emergenza nazionale che dal 1944 non veniva più dichiarato...!).
Parlava e ha parlato alla Francia, ci tengo a sottolinearlo, perchè la Francia ha ben presente il suo ruolo e le sue responsabilità ed è pronta a farsene carico fino in fondo, senza paura: per tutta la sua storia e per la filosofia del vivere moderno e occidentale di cui, piaccia o non piaccia, è stata madre e modello.
Ha concluso il suo discorso con un "Vive la Republique, vive la France!" che avrà fatto forse sussultare Charles De Gaulle nella tomba, mentre la traduttrice di Rainews24 rinfoderava la venatura isterica che aveva messo nel seguirne le parole e renderle nell'idioma cisalpino.
A proposito di connazionali cisalpini, a parte le dirette fiume dei telegiornali e la pessima scelta di Canale 5 di mandare in onda Pomeriggio Cinque condotto da Barbara d'Urso (per ragioni sicuramente legate ai contratti pubblicitari che foraggiano il rotocalco pomeridiano) a coprire un'avvenimento del genere, a parte qualche pessimo titolo di prima pagina, a parte qualche poveraccio presenzialista specialista sparo della banalità (per evitare di usare quella paroletta con due zeta) senza prendere la mira, a parte la consueta attitudine allo sciacallaggio e al terrorismo mediatico (andando a sfruculiare parenti di potenziali vittime italiche o a rimandare immagini di macerie o fori di proiettile), tutto sommato, ci si è limitati alle solite dichiarazioni di circostanza zeppe di retorica o al cambio della propria immagine del profilo sui social, aggiungendo in trasparenza o in vivo un tricolore di Marianna.
Qualcuno ha provato anche a scrivere in francese, a condividere l'immagine della Tour Eiffel inscritta nel simbolo della pace: tutto splendidamente inutile, come le mie parole e la poesia che trascrivo di seguito e il dipinto di Orazio Nullo che accompagna questo articolo.   

Alza lo sguardo talebano
guarda cosa stringo in mano
E' una matita o una biro,
non fermerai il mio pensiero.
Non soffocherai il mio respiro:
Io penso e rido e ne sono fiero.
Se Dio è grande ed è amore
Non ha bisogno di sparare,
Non ha bisogno di ammazzare,
Non ha bisogno di violentare,
Per farsi rispettare e adorare.




(c) 2015 Testi di Claudio Montini
(c) 2015 Immagine " Rush hour" di Orazio Nullo

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