domenica 17 giugno 2018

Il football è l'oppio dei popoli

In gol la Russia e viva la FIFA!
di Claudio Montini
Se Karl Marx potesse tornare in questa valle di lacrime ai nostri giorni, magari proprio in questi in cui va in onda sulle televisioni mondiali il campionato per rappresentative nazionali Fifa World Cup, si metterebbe a riscrivere Das kapital smettendo qualche ora prima che la Germania scenda in campo, giusto in tempo per raggiungere uno degli stadi tirati su a tempo di record (per gli standard europei e italici in particolare) proprio in quel paese in cui riteneva che la rivoluzione socialista non sarebbe mai potuta avvenire nè attecchire. Anzi, riformulerebbe persino la sentenza che gli si attribuisce, forse estrapolata da un carteggio con Engels o sfuggitagli durante la stesura col collega del manifesto dei lavoratori (quello che si conclude con l'esortazione ai proletari di tutto il mondo di unirsi nella lotta la capitalismo): non direbbe più "La religione è l'oppio dei popoli" bensì "Il football è l'oppio dei popoli" mentre indossa la maglia di Kroos e si avvia a seguire le gesta della Mannschaft guidata da Joachim Low contro Messico, Corea del sud e Svezia. Gli stadi sono pieni e sembrano molto confortevoli, scevri da confusione di traffico e facinorosi cui la partita interessa molto meno di quanto non faccia il rendere la vita al prossimo un'inferno più di quanto già non sia; certo, non stiamo parlando di una nazione che abbia mai brillato per rispetto dei diritti umani, ma l'apparente ordine pubblico sembra essere mantenuto in maniera eccellente, anche con la necessaria fermezza e puntigliosità che noi democraticissimi e liberali paesi occidentali da tempo possiamo soltanto sognare. Tranquilli, il modello non è esportabile, con buona pace del nostro ministro dell'interno attuale: un campionato del mondo di calcio muove tanti quattrini e interessi, economici e non, che rappresenta un capitolo a sè stante quasi come lo erano i Giochi di Olimpia nella penisola ellenica del primo millennio avanti Cristo o i giochi circensi della dinastia dei Claudii nella Roma Imperiale del I secolo dopo Cristo. Un modo come un'altro di spostare l'attenzione popolare dai problemi contingenti e dalle urgenze del vivere quotidiano: se la tua squadra ha vinto festeggia con un bel boccale di torcibudella, se ha perso fai altrettanto ma raddoppia la dose così domani sarà, sì, un altro giorno...ma col mal di testa o di stomaco, a scelta.
© 2018 Testo di Claudio Montini
© 2017 Immagine di Orazio Nullo "Show must go on"

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