giovedì 21 settembre 2017

Rimettiamoci la maglia (e le mutande) di ferro....

 ...Finalmente siamo in autunno!
di Claudio Montini
Ora non abbiamo più alibi, o ripensamenti dell'ultimo minuto, oppure occasioni per tergiversare: l'estate è terminata, finita, chiusa per ferie e per quest'anno. Era ora! Finalmente siamo in autunno, ora più ora meno, equinozio più equinozio meno, rimettiamoci la maglia (di lana fuori e cotone sulla pelle) che i tempi stanno per cambiare anche se a Beethoven e Sinatra preferisco l'insalata (di quarta gamma, pastorizzata, a lunga scadenza, biologica e "ogm free"), a Vivaldi l'uva passa che mi da più calorie. Alice non guarda più i gatti ma le macerie del suo paese dopo il terremoto di un mese, di un anno, di una vita fa: esse sono ancora là dove la terra che ha ballato e tremato le ha accolte insieme alla polvere e ai resti di chi non è riuscito a scappare; il vento caldo dell'estate ha portato la neve dell'inverno e la pioggia di marzo e di nuovo l'estate, ma non le casette di legno o i container o le roulotte per tutti, per non fare scappare chi aveva poco o niente che l'obbligasse a restare; chi è rimasto lo ha fatto perchè non aveva altro da fare che ricominciare a sperare in una annata migliore, le lacrime erano finite da un pezzo e le chiacchiere di promesse all'infinito futuro mettevano la nausea (la rabbia è un lusso che chi deve ricostruire tutta la sua vita non si può permettere), così come i cortei di impomatati e azzimati "potenti" scortati in ipocriti pellegrinaggi ad osservare il faticoso mestiere di vivere della gente comune, come se andassero al giardino zoologico. Intanto, il resto dello stivale si arrangia come può, anestetizzato dai soliti programmi televisivi, dai soliti film tristi e mal recitati, dalle canzonette ricopiate e riarrangiate con marchingegni elettronici come le foto ritoccate dei cosidetti "vip". Per non dire dei postalmarket della paura, dell'orrore e dell'ansia (nemmeno da prestazione) che sono i telegiornali, persino quelli locali: se non c'è una strage, uno stupro, un incidente stradale, una slavina o un'alluvione che conti almeno una decina di dispersi....non c'è notizia! I mezzi busti sembrano addirittura delusi. E' autunno, santo Iddio, fra quaranta giorni è il giorno dei morti, dobbiamo prepararci adeguatamente, abbiamo parlato sempre e solo di manovre finanziarie, di piccola ripresa, di decimali guadagnati sulla disoccupazione (peccato che poi certi posti vadano a farsi benedire nel giro di un paio di mesi)...No, gli esodati, come i terremotati del passato, i mafiosi e i camorristi ormai sono robetta da notiziario regionale, i cinquantenni che non riescono a rientrare nel mondo del lavoro o settantenni in preda alla demenza senile che vorrebbero uscirne...non interessano a nessuno! Forse nemmeno al nuovo parlamento che la nuova legge elettorale, maggioritaria ma non troppo e proporzionale senza esagerare con sbarramento dettato dai calcoli dell'oroscopo di Paolo Fox per il 2020, dovrebbe partorire ed essere rapito verso l'alto dei cieli prima che il mostro di Bruxelles o quello di Strasbourg possano infierire su di lui e mangiarselo.

(c) 2017 testo di Claudio Montini
(c) 2016 foto di Orazio Nullo

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