lunedì 18 aprile 2016

Aria fritta

Aria fritta per il referendum
 

di Claudio Montini

Ennio Flajano pare abbia lasciato, insieme a tante sceneggiature e testi per il cinema e il teatro italiano, una serie di lapidari e lucidi aforismi che descrivevano, con cinismo al limite della cattiveria e della spruzzata di vetriolo, le brutture e le storture che venivano manifestandosi negli usi e nei costumi della società contemporanea tra il miracolo economico e la contestazione giovanile, vale a dire nella prima metà della seconda parte del Novecento.
"La situazione è grave, ma non seria." pare abbia detto quando è cominciata la moda dei governi balneari, traghettatori monocolori e trasformisti a vario titolo e livello che si sono succeduti in Italia, dopo neanche vent'anni di repubblica dai natali poco edificanti e trasparenti.
Guarda caso, anche l'atto di nascita di questa repubblica della Stivale è "viziato" da un referendum molto chiacchierato: segno evidente dell'allergia del popolo italico non tanto all'esercizio del voto, quanto a quello del rispetto delle regole, della matematica e del prossimo suo.
Infatti quest'ultima consultazione popolare, è costata oltre trecento milioni di euro ed è risultata nulla poichè non si sono presentati il 50% più uno dei votanti: allora, questo conto spese chi lo paga? Chi tira fuori dalle proprie tasche gli euro con cui vanno rimborsati scrutatori e presidenti di seggio, forze dell'ordine che hanno assicurato la sicurezza nei seggi ma non hanno potuto rincorrere scippatori, topi d'appartamento, rapinatori, spacciatori e sfruttatori della prostituzione? Chi paga il personale degli uffici elettorali comunali, delle prefetture e del ministero degli interni con annessi e connessi fatti di bollette telefoniche, corrente elettrica, carta e materiale stampato e cancelleria varia? 
Non guardatevi attorno con aria attonita e falsamente stupita: non lo pagano certo i politici che dovrebbero vergognarsi di aver suggerito di astenersi dal votare, perchè bastava che si dessero da fare nel loro posto di lavoro (il parlamento) affinche si modificasse la norma contestata e si evitasse questa patetica commedia; non lo pagheranno nemmeno quelli che si sono sbattuti per raccogliere le firme e comprato spazi di informazione per spacciare una serie inimmaginabile di balle ambientaliste per indurci a votare "si"; meno che mai lo faranno quelli che si sono battuti sul fronte opposto, ma senza offrire lo straccio di una prova (esattamente come gli antagonisti) su quanto si poteva fare per evitare questa farsa, questo ennesimo spreco di aria fritta.
No, saremo noi poveracci che preghiamo il cielo di ritrovare un lavoro, di trovare un medico o un infermiere che ci salvino la vita e non ce la tolgano, di non trovarci per casa ladri vestiti a festa che vogliono controllare se i nostri risparmi sono veri o falsi o ci prometto metano e luce gratis: saremo noi a pagare come sempre il conto per tutti e lo faremo con le bollette, con le accise sui carburanti, coi ticket in ospedale e le tasse sulla casa o le multe se sbagliamo il colore del bidone dei rifiuti...
Sia che siamo andati a votare oppure non ci siamo andati, sia che abbiamo votato per il "sì" tanto che per il "no": ogni commento dopo questo ennesimo spreco di denaro pubblico, come questo articolo dopotutto, è sempre e solo aria fritta come si diceva a Milano priam che Flajano, a Roma, scrivesse "la situazione è grave, ma non seria".

(c) 2016 Testo di Claudio Montini
(c) 2015 Foto Google Image Database  Expo2015 Life Tree

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