Alla ricerca della pietanza perduta di Parmigiano Gionata & Bruno Speck
La nutrizione è una scienza che si avvale degli apporti di molte altre scienze, tra cui anche la matematica, ma non è esatta come quest'ultima: infatti non contempla l'invarianza dei fattori ma nemmeno ammette la sufficienza che si usa agli sforzi dei dilettanti.
Essa si basa e si muove lungo linee dettate da un ottica più complessa di quanto non appaia: in un'eccesso di euforia, se preferite di follia, si potrebbe definirla anche figlia del principio di indeterminazione, caro alla meccanica quantistica, poichè si sforza strenuamente di ritrovare e ricreare gli equilibri ottimali tra gusto, salute, benessere e necessità fisiologiche della complessa macchina umana.
L'equilibrio tra tutti questi concetti si concreta in quello che si chiama stile di vita.
Gli appunti, che si riportarono a casa i due bipedi, erano suggerimenti di comune buonsenso per rimettere ordine e ridare regolarità al consueto modo di condurre le proprie esistenze.
Questo era il succo del messaggio che aveva affidato loro la dottoressa e del compito che lei e lui, in particolare, si erano assunti incamminandosi lungo la via della decrescita felice di peso.
Capisaldi imprescindibili erano la regolarità dei pasti e l'alternanza delle pietanze abituali, riducendo l'incidenza dei salumi e dei formaggi, anzi, prevedendo il principio di esclusione; la riduzione del pane in relazione alla presenza della pasta; evitare bevande gasate e alcolici; prevedere merende a base di frutta e contemplare la presenza della verdura in ogni pasto; non saltare pranzi o cene e abituarsi a contenere le porzioni e a evitare fuori pasto; concedersi pochi fritti e pochi dolci e priviligiare il pesce anche in scatola, tanto per variare;
era importante che fosse rispettata la sequenza primo-secondo-contorno-frutta e quella colazione-pranzo-cena intesa come veri e propri momenti di distacco da ogni attività, come momenti di relax.
Le patatine fritte in sacchetto formato maxi, da autogrill, i tarallucci pugliesi a ogni ora del giorno e della notte, le noci di grana padano o di reggiano per puro sfizio del tipo " la buca l'è no straca, s'l'è no bruta ad vaca" e i tranci di focaccia al formaggio erano banditi.
Un gelato ogni tanto e una pizza fuori casa erano tollerati solo perchè non si doveva, parola di dottoressa, mortificare eccessivamente l'amor proprio ma indurlo a ripigliare vigore perchè ci spingesse gioiosamente alla meta del calo di peso.
Le strade per l'inferno non avevano più bisogno di buone intenzioni: erano già state lastricate a sufficienza e l'ora del dilettante era finita.
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