di Claudio Montini
La battaglia ideologica si fermerà solo alle definizioni iniziali: non è compito suo fornire soluzioni o, al più, metodologie per uscire dai pasticci; la sua missione è quella di formulare proposizioni che descrivano il problema, delineino il profilo del nemico e lancino le schiere armate all'assalto purché queste lascino sulla cappelliera il cervello, il buon senso, la coscienza e l'umanità razionale. Ecco cosa sta succedendo in Italia, dove l'improvvisazione e la superficialità hanno conquistato il potere e comandano ogni aspetto della vita quotidiana, dove l'importante è apparire in favore di telecamera a dire ciò che tutti vorrebbero sentire tranne che la verità, dove si trascina l'esistenza convinti di camminare in avanti ma con la testa ben voltata all'indietro, sputando sentenze e chissà cos'altro su qualunque ambito dello scibile umano. Infatti, succede proprio quello che si dovrebbe evitare ma, attenzione, non come un secolo fa quando eravamo un coacervato di gente che non parlava nemmeno la stessa lingua eppure aveva dato il sangue e la vita nelle stesse trincee con la speranza, presto delusa, di emanciparsi dalla fame e dalla miseria ataviche o, almeno, dalla abissale sperequazione economica e sociale (abbiamo dovuto attendere un'altra guerra e un altro regime, democratico e cristiano, per avere la pancia piena e le comodità di cui adesso non sappiamo fare a meno); la socialdemocrazia è senza fiato, la criminalità organizzata prospera e fra pochi anni avrà compiuto la metamorfosi definitiva consolidando il suo potere economico, lo Stato (sì, quello con la esse maiuscola, quello delle cosiddette istituzioni organizzate e burocraticamente intruppate, impermeabili a tutto tranne che ai numeri degli economisti, degli statistici e dei finanzieri) si sta ponendo su di un orbita ellittica rispetto al cosiddetto "paese reale" lasciando spazio a ombre di varia intensità di grigio e di nebbia in cui i poveracci, come me, proveranno a inoltrarsi per tirare a campare (mentre abili professionisti del raggiro e del turlupinamento prosperano già alle spalle degli onesti e dei timidi). In tutto questo triste quadro, si inseriscono i rigurgiti fascisti e nazionalsocialisti camuffati da pacifici convegni e tavole rotonde e dibattiti e conferenze con apporto di testimonianze dal vivo sui temi fondamentali del vivere civile, costituzionalmente riconosciuti: abbiate almeno la decenza di non bestemmiare, citando a sproposito articoli della nostra bella, anzi, bellissima e scientificamente ben fatta Costituzione della Repubblica Italiana. Il congresso di Verona appena concluso con un corteo per le vie della città è stata l'avanguardia della battaglia ideologica e la sortita delle truppe per la conta: vediamo quanti fascisti siamo e su chi possiamo contare al governo per liberarci, in futuro prossimo e (temo) non tanto remoto, di tutti i parassiti che infestano la nostra razza "normale". Non ho sentito parlare di problemi dei disabili, dei portatori di invalidità o di handicap, di figli o persone di famiglia con gravi malattie invalidanti, di poveri cronici che non riescono a mettere insieme il pranzo con la cena perchè sono esclusi dal tessuto economico e sociale e lo Stato "normale" non sa nemmeno che esistono: nelle immagini che ho visto in televisione, poiché per problemi familiari non posso muovermi da casa, non ho visto niente di tutto ciò, né una stampella né una sedia a rotelle. E' evidente che i congressisti di Verona una soluzione, finale, al problema della sofferenza e della disabilità o altra concausa invalidante ce l'hanno bene in mente: è la stessa che avevano Eichmann, Goebbels e Rudolph Hesse oltre ad Albert Speer e che il pittore (mancato) austriaco sposò, imitato dal maestro elementare romagnolo. Mister Tamburino non ho voglia di scherzare: rimettiamoci la maglia (di ferro), i tempi stanno per cambiare.
©2019 testo di Claudio Montini
©2017 Immagine di Orazio Nullo "Wood puppet"
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