lunedì 20 novembre 2017

Morto un gattopardo, se ne fa un'altro...

Viva l'Italia...e gli italiani? 
Non pervenuti.
di Claudio Montini

Due settimane fa, la Sicilia si è data un nuovo presidente che non ha ancora formato la squadra di governo; l'altro ieri è morto Salvatore Riina, considerato dalla giustizia italiana il "capo dei capi" della mafia siciliana, Cosa Nostra in testa. Apparentemente sembrano due avvenimenti e due notizie tanto eterogenee da non mostrare ragione d'essere accostate. Invece sono legate l'una all'altra poichè sfugge, o è sfuggito, alla maggioranza degli osservatori quanto imponente e assordante sia stata l'affermazione del partito del non voto, non già dovuta alle intimidazioni o alla sfiducia verso le istituzioni democratiche o alla demoralizzazione riguardo al destino dell'isola. Le condizioni di salute del detenuto capo mafioso erano sicuramente ben note in Trinacria, alla faccia del regime carcerario di cui all'articolo 41 bis del codice di procedura penale: pertanto, si mettano l'animo in pace i mafiologi di ogni ordine e grado, dal momento che la "successione" al potere è già avvenuta e la metamorfosi di condotta, più vicina allo stile del super latitante Matteo Messina Denaro, è cosa fatta da tempo immemore ovvero l'immersione e la navigazione a quota periscopio procedono che è una bellezza e gli affari ne risentono positivamente. Lo scopo non è il controllo militare del territorio, lo scopo è fare soldi nel minor tempo possibile e coi minori fastidi possibili: in una terra affamata di lavoro e di benessere e che aspira ad essere la Florida del Mediterraneo, un accordo tra galantuomini si trova sempre. Non è la politica a comandare, sono i soldi; non basta la salute, ci vogliono anche i soldi; non bastano le idee, le belle parole, i disegni e i progetti: per realizzarli ci vogliono i soldi. Quando saranno tutti d'accordo sulle dimensioni delle fette della torta, allora il presidente Musumeci potrà dare il via alla distribuzione delle deleghe: ma la oltre metà degli aventi diritto al voto che si sono avvalsi della facoltà di disertare le urne, credendo di omaggiare i propri padroni o di infinocchiare i manovratori dell'ennesimo burattino di pezza, intanto, hanno perso anche il diritto di lamentarsi e sono rimasti col solo diritto di chinarsi, come il giunco di un famoso proverbio, in attesa che passi la piena. Tutto cambia affinchè tutto rimanga uguale e, quel che è peggio, accadrà la medesima cosa sul continente: morto un gattopardo se ne fa un'altro, come coi papi, tanto domani è un'altro giorno e qualche santo provvederà. Viva l'Italia...e gli italiani? Non pervenuti.

(c) 2017 Testo di Claudio Montini
(c) 2017 Immagine di Orazio Nullo "Money never sleeps" 

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