venerdì 28 ottobre 2016

Mentre mezza Italia crolla continua l'arrivo di profughi.

Buonanotte al secchio 
e anche ai suonatori

di Claudio Montini

Siamo niente per l'Europa dei potenti, dice un'amica mia su facebook; sarà...ma non vedo alcuna relazione tra il terremoto e la questione degli sbarchi a getto continuo di migranti e l'infima stima di cui gode l'Italia in seno al consesso delle democrazie al potere nel Vecchio Continente. Certo, non è affatto l'entità politica unitaria sognata da Spinelli e Rossi nell'esilio di Ventotene nel 1943, guarda caso proprio mentre a Teheran e poi a Yalta Churchill, Roosevelt e Stalin si spartivano il mondo intero; da lì bisogna partire per togliere la maschera a questa Europa di bottegai micragnosi e farisei tra i quali, da italiani scellerati e disperati quali siamo, bramiamo e ambiamo di essere annoverati e dai quali aneliamo essere ricompensati per gli sforzi farraginosi di contribuire al bene e alla giustizia mondiale. Siamo garzoni di bottega, sciocchi e volenterosi ma anche bizzosi, pronti a perderci in questioni di lana caprina, come sempre pronti ad esser deboli coi forti e forti coi deboli (il prefetto che avvisa il sindaco alle 16 che per le 17 deve sgomberare un edificio adibito a pubblico ritrovo per la popolazione di una frazione che, finora, non aveva ospitato migranti magari perchè non ritenuta idonea, come lo vogliamo chiamare se non abuso d'autorità?): questo sembra la Repubblica Italiana, l'Italia, gli italiani perchè la nostra classe dirigente, indipendentemente dalla tessera di partito ben nascosta nel taschino interno della giacca e sorvegliata dalla cravatta, ci ha messo molto del suo mestiere e della sua pochezza a far sì che ciò accadesse. In Europa sanno perfettamente che non siamo in grado di identificare chicchessia (non per nulla Provenzano è andato più volte in Francia a farsi operare e curare, Matteo Messina Denaro latita e prospera indisturbato, mentre non abbiamo ancora capito chi abbia messo la bomba alla stazione di Bologna, nè perchè, e tre reclusi a Rebibbia (carcere di Roma) evadono segando le sbarre, calandosi con le lenzuola, lasciando sagome di cartone al posto loro nelle brande): siamo utili solo a concentrare in appositi campi (come quelli ideati dal dottor Goebbels ma meno spartani, per così dire, e senza forni o finte docce), gli emigrati che la mafia mondiale compra e vende dove la fame è compagna di vita per smistarli, con calma, dove più le conviene o dove ci sia maggiore richiesta di organi da trapiantare a facoltosi esseri umani privi di scrupoli, dove servano cavie per cui nessuno si darà pena o giocattoli sessuali usa e getta. Il terremoto, quello che butta giù le case e i palazzi, sotterrando le persone e spogliandole di quei pochi beni che erano le loro ultime intime certezze e sicurezze, è un dettaglio facente parte della categoria dell'imponderabile, un accidente che, in tutta questa strategia continentale e globale, torna buono per distrarre la maggioranza silenziosa altrimenti detta "popolo bue" che, al più, sentenzia o starnazza o pontifica sui social network nella perversa gara a chi spara la castroneria più grossa, saldamente arroccato nella propria poltrona davanti allo schermo del computer di casa e ben lontano da macerie, fame, fumo, freddo, bombe, proiettili, calcinacci e mare in tempesta su un guscio di noce che si sta per rovesciare.

(c) 2016 Testo Claudio Montini
(c) 2016 Immagine Orazio Nullo "Twenty-second century engine"

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