domenica 2 settembre 2018

Non so fare altrimenti

Artistica incoscienza

di Claudio Montini
Settembre è sempre stato il mese dei rimorsi e della malinconia, come certi sorrisi di circostanza e le promesse di rivedersi a breve in un altra occasione scambiate ai funerali oppure appena fuori dalla stanza di un moribondo. Dovrei prenderla con maggiore filosofia e provare a pensare che si tratta della necessaria crisi dovuta ai prodromi di una nuova stagione della vita, che lasciare i panni dell'uomo vecchio per indossare quelli dell'uomo nuovo (secondo quanto sosteneva l'apostolo delle genti, Saul di Tarso poi Paulus perchè foneticamente vicino al "parvulus" latino, poichè egli si riteneva minuscolo di fronte al Dio Padre del Cristo che l'aveva folgorato sulla via di Damasco) comporti comunque un doveroso lavacro di sofferenza (idea, quella del lavacro, figlia non solo del battesimo nel Giordano ma anche della professione di famiglia dell'apostolo stesso...I suoi erano lavandai di buon livello e di medio spessore industriale, col che si erano acquistati la cittadinanza romana: infatti non venne martirizzato per crocefissione, come Pietro da Cafarnao giudeo ebraico a capo di una setta religiosa giudicata perniciosa per l'Impero dei nipoti di Giulio Cesare, bensì decapitato poichè ai cives romanorum era preclusa la condanna capitale destinata a ribelli e malfattori e barbari e sottomessi in genere). Invece, non ci riesco: istintivamente apprezzo il clima più temperato e i profumi più delicati che si spandono nell'aria, dopo le prime piogge sembra che l'aria si faccia addirittura più trasparente e leggera e variegata come una primavera a rovescio, ma nello stesso tempo cresce nell'anima la consapevolezza dell'occasione perduta, del tempo scaduto, del ciclo finito e dei conti che non tornano come avremmo voluto allo sbocciare della primavera o, al limite, dell'estate sempre così carica di promesse eccitanti. Settembre mi è sempre apparso come una bella ragazza, una delle più carine e piacenti del gruppo, che mi sorride e mi rivolge volentieri la parola, sorridendo ai miei motti di spirito, mi blandisce finemente e mi affascina fino a farmi immaginare chissà quali acrobazie dentro a un letto (o su un divano, o sui sedili di un'automobile...nonostante la mia stazza, in certi frangenti, ritrovo una insospettabile agilità), per poi vederla andarsene via sottobraccio a un altro il quale otterrà, quasi certamente, il libero accesso al giardino delle delizie proibite e private il cui sogno ha mandato in orbita i miei ormoni sessuali. Con buona pace di tutte le mie aspettative, ogni anno mi lascio coinvolgere in questa ruota di valzer dallo sconosciuto con cui sto ballando pur sapendo che comincia già ora la compilazione del bilancio relativo a questa tappa del cammino, ormai in discesa: vorrei essere contento d'essere ancora qui a scrivere ma, come tanti altri temi ed elementi della mia vita, mi sono già reso conto che ho soltanto sprecato altro tempo e che seguiterò a farlo con eleganza (forse), ironia (chissà...) e artistica incoscienza perchè non so fare altrimenti.
© 2018 Testo di Claudio Montini
© 2017 Immagine di Orazio Nullo "Looking for mushrooms" Atelier des pixels collection

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