domenica 16 settembre 2018

La nuova stagione del quinto potere

Palinsesto autunnale
di Claudio Montini

L'autunno è alle porte e lentamente tutto ritorna alla normalità; la coda dell'estate, poiché madre natura non fa mai le cose con gesti netti e trancianti ma predilige le sfumature e i moniti, ci regala ancora scampoli d'estate con giornate calde ma ventilate che almeno ci risparmiano, a queste latitudini boreali a metà strada tra equatore e polo nord, l'oppressione dell'umidità e dell'afa con cui va a braccetto nei mesi di Luglio e Agosto ma ci atterrisce con pesanti acquazzoni, tanto improvvisi quanto devastanti sopratutto per nostra colpevole ignoranza storica e incoscienza edilizia. Se avessimo più memoria, umana e personale intendo, non quella dei numerosissimi dispositivi elettronici con cui ci illudiamo di dominare il mondo, non ci stupiremmo di nulla e inviteremmo con maggiore insistenza e decisione i cronisti ad occuparsi di cose ben più serie al fine di fare comprendere anche a noi, uomini e donne della strada, come vanno le cose del mondo e per quale motivo ci si debba ancora sacrificare e quali sono le alternative praticabili ai mali che affliggono questo pianeta. Così ad ogni ripresa dei palinsesti autunnali delle varie televisioni che affollano il regno del quinto potere, così ben descritto nel film di Sidney Lumet del 1976 con William Holden e Faye Dunaway e un magistrale Peter Finch, ci aspettiamo faville e scintillanti novità che allietino lo spazio tra uno spot pubblicitario e l'altro oltre ai soliti lanci d'agenzia giornalistica ispirata dai manovratori in carica nella stanza dei bottoni. Chi crede che la televisione o la radio o i giornali o internet dicano la verità, è meglio che si fermino qui cioè che non proseguano oltre nella lettura di questa nota redatta da un signor Nessuno quale lo scrivente; sarebbe meglio per loro, se avessero ancora una manciata di neuroni da spendere perchè atletici e pimpanti, che si rileggano La fattoria degli animali  e 1984 di George Orwell, un qualsiasi Hemingway, o qualche poliziesco o noir che dir si voglia di produzione italiana recente (Enrico Pandiani, Romano De Marco, Maurizio Blini, Vincenzo Maimone) per rendersi conto di come funzioni davvero il mondo e la politica così come di quanto grande sia la distanza degli addetti ai lavori, manovrati dai padroni del bastimento, e di quanto sia stupefacente la vista lunga di chi troppo spesso viene tacciato di avere troppa fantasia. Eppure i dati sono tutti in bella mostra, sono lì da vedere, i segnali sono palesi e chiari e forti; eppure seguitiamo a dare credito solo a chi alza più forte la voce promettendo miracoli insostenibili, consigliandoci il migliore ferro da stiro, il detersivo che lava più bianco che più bianco non si può, ma rispetta i colori, l'auto più comoda ed economica ed ecologica e veloce e prezzo stracciato con rate bassissime, il divano a metà prezzo e la cucina in cui sentirsi Carlo Cracco mentre nani e ballerine e giocolieri dalla lingua lunga ci stordiscono con le loro piroette, i loro grafici e i loro plastici che sono insulti a chi la vita ce la rimette sul serio.
© 2018 testo di Claudio Montini
© 2015 Google Images Database "Life tree 2015 Expo Milan, Italy"

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