IL
MINESTRONE DEL VIGORONE
di Zio
Propano
Io non sono contrario alla
pentola a pressione perché non si vede la cottura, come il
personaggio interpretato da Renato Pozzetto in una antica
trasmissione televisiva. Anzi, è una comodità perché contingenta i
tempi di cottura, limitando lo spandimento di aromi e riducendo i
consumi energetici. Tanto per dire, in venticinque minuti va in
pressione e in quindici porta a cottura il minestrone del Vigorone
che vado ad illustrarvi.
Cominciamo dagli
ingredienti:
- due zucchine (verde scuro, sono più sode) di media grandezza
- due carote, anche loro medie ma classicamente arancioni
- due patate gialle buone per tutti gli usi (dal purè agli gnocchi, passando per fritture e insalate: gialle a pasta gialla sono quella ideali)
- una cipolla dorata (quella bianca ha in sapore troppo deciso, quella rossa non credo che si presti... ma potrebbe essere una variante interessante)
- due spicchi di aglio
- quattro foglie di alloro
- tutte le foglie di un rametto di rosmarino di una decina di centimetri (astenetevi dal misurarlo: mica siamo farmacisti....)
- una manciata di funghi surgelati misti
- un cucchiaio da tavola di sale grosso marino
- olio di oliva extra vergine quanto basta
- acqua di rubinetto quanto basta
- una manciata di fagiolini surgelati
Questa è la lista di
base: infatti si possono aggiungere altri ingredienti per
caratterizzare in senso vegetariano o carnivoro il minestrone del
Vigorone: per esempio, con un quarto posteriore di pollo e una coscia
si ottiene un brodo coi caratteristici "occhioni" di grasso
emulsionato, digeribile e benefico per le arterie, pare... Chi è
vegetariano, invece, può aggiungere fagioli, lenticchie, fave o
cereali a piacere assecondando il proprio gusto. Comunque, bando alle
ciance: avanti miei brodi! Coprite il fondo della
pentola a pressione con un filo d'olio extravergine d'oliva;
sminuzzate la cipolla (se bagnate la cipolla con l'acqua fredda, non
dovreste "piangere" troppo) e buttatela dentro; poi pelate
e affettate l'aglio mandandolo a far compagnia agli altri precedenti
ingredienti. Adesso armatevi di santa
pazienza e staccate le foglie di rosmarino, facendo un mucchietto sul
tagliere su cui depositerete quelle di alloro per tritarle, tutte
insieme, con il coltello: è sufficiente ridurle in briciole, non
polverizzarle... Dentro anche queste, ci si
occupa delle verdure: alle zucchine si tolgono le estremità, patate
e carote si sbucciano; tutte si dividono in quattro parti, secondo la
lunghezza, affettandole in modo non eccessivamente fine: si
otterranno dei coriandoli vegetali tozzi e dalla forma composita, il
cui abbinamento di colori metterà allegria come una fioritura
primaverile. Versate anche le verdure,
un cucchiaio da tavola di sale grosso marino e coprite il tutto con
acqua di rubinetto (sì, quella potabile con cui sciacquate mani e
stoviglie nel lavello di cucina), avendo cura di non superare la
tacca che il massimo riempimento della pentola a pressione che si
vede all'esterno o all'interno della parete laterale. Chi avesse
optato per la versione "carnivora", aggiungendo un quarto
posteriore di pollo o un pezzo di biancostato (classico taglio da
bollito di carne bovina) con relative ossa, le aggiungerà prima di
salare e dopo le verdure: userà solo un po' meno d'acqua. Chiudetela
ermeticamente e ponetela sul fornello medio a fuoco vivo; entro
venticinque minuti salirà il pistone che blocca la maniglia di
apertura e nel giro di un minuto si avvertirà il classico fischio
della valvola di sicurezza: a quel punto, abbassate leggermente la
fiamma e lasciate cuocere per quindici minuti, scaduti i quali,
spegnerete il fornello e chiuderete il gas (a meno che non stiate
cuocendo un'altra pietanza) mettendo da parte la curiosità di vedere
il risultato dal momento che, fin tanto che non si raffredda
l'interno, il pistoncino non cala e la maniglia non si muove e non
può liberare il coperchio. Questo è il vero segreto della pentola a
pressione: durante questo tempo di riposo o raffreddamento del
sistema, il cibo in essa contenuto continua la cottura senza
disperdere aromi e nutrienti in atmosfera bensì amalgamandoli ancora
meglio tra loro; in ogni caso doveste accelerare i tempi, potete
immergere il contenitore in acqua fredda, nel lavello magari, fino
allo sblocco del coperchio. Personalmente, non adotto
mai tale procedura perchè sono un romantico...in qualche angolo
remoto del mio spirito e del mio stomaco! In realtà, lo faccio
perchè la "biada dell'uomo" (come si diceva nelle
campagne lombarde) è la base della mia cena quotidiana (arricchito
da pastina o riso o addirittura tortellini) e, come diceva mia nonna,
qualcosa di brodoso la sera disintossica dai malumori di tutta la
giornata, distende l'animo e le budella: perciò mi piace che riposi
per dare il meglio di sè al momento opportuno. Siccome non lo mangio
tutto in una volta, lo travaso in un recipiente con coperchio
ermetico (quelli di plastica che possono andare anche in congelatore
e microonde) e lo metto in frigo prelevandone, giorno per giorno, la
mia razione. Cucinare per credere
e...buon appetito!
©
2017 Testo e ricetta di Claudio Montini
©
2016 Foto di Orazio Nullo
Nessun commento:
Posta un commento