domenica 26 marzo 2017

Dalla cambusa di Zio Propano: Il minestrone è la biada dell'uomo


IL MINESTRONE DEL VIGORONE



di Zio Propano

Io non sono contrario alla pentola a pressione perché non si vede la cottura, come il personaggio interpretato da Renato Pozzetto in una antica trasmissione televisiva. Anzi, è una comodità perché contingenta i tempi di cottura, limitando lo spandimento di aromi e riducendo i consumi energetici. Tanto per dire, in venticinque minuti va in pressione e in quindici porta a cottura il minestrone del Vigorone che vado ad illustrarvi.
Cominciamo dagli ingredienti:
  • due zucchine (verde scuro, sono più sode) di media grandezza
  • due carote, anche loro medie ma classicamente arancioni
  • due patate gialle buone per tutti gli usi (dal purè agli gnocchi, passando per fritture e insalate: gialle a pasta gialla sono quella ideali)
  • una cipolla dorata (quella bianca ha in sapore troppo deciso, quella rossa non credo che si presti... ma potrebbe essere una variante interessante)
  • due spicchi di aglio
  • quattro foglie di alloro
  • tutte le foglie di un rametto di rosmarino di una decina di centimetri (astenetevi dal misurarlo: mica siamo farmacisti....)
  • una manciata di funghi surgelati misti
  • un cucchiaio da tavola di sale grosso marino
  • olio di oliva extra vergine quanto basta
  • acqua di rubinetto quanto basta
  • una manciata di fagiolini surgelati
Questa è la lista di base: infatti si possono aggiungere altri ingredienti per caratterizzare in senso vegetariano o carnivoro il minestrone del Vigorone: per esempio, con un quarto posteriore di pollo e una coscia si ottiene un brodo coi caratteristici "occhioni" di grasso emulsionato, digeribile e benefico per le arterie, pare... Chi è vegetariano, invece, può aggiungere fagioli, lenticchie, fave o cereali a piacere assecondando il proprio gusto. Comunque, bando alle ciance: avanti miei brodi! Coprite il fondo della pentola a pressione con un filo d'olio extravergine d'oliva; sminuzzate la cipolla (se bagnate la cipolla con l'acqua fredda, non dovreste "piangere" troppo) e buttatela dentro; poi pelate e affettate l'aglio mandandolo a far compagnia agli altri precedenti ingredienti. Adesso armatevi di santa pazienza e staccate le foglie di rosmarino, facendo un mucchietto sul tagliere su cui depositerete quelle di alloro per tritarle, tutte insieme, con il coltello: è sufficiente ridurle in briciole, non polverizzarle... Dentro anche queste, ci si occupa delle verdure: alle zucchine si tolgono le estremità, patate e carote si sbucciano; tutte si dividono in quattro parti, secondo la lunghezza, affettandole in modo non eccessivamente fine: si otterranno dei coriandoli vegetali tozzi e dalla forma composita, il cui abbinamento di colori metterà allegria come una fioritura primaverile. Versate anche le verdure, un cucchiaio da tavola di sale grosso marino e coprite il tutto con acqua di rubinetto (sì, quella potabile con cui sciacquate mani e stoviglie nel lavello di cucina), avendo cura di non superare la tacca che il massimo riempimento della pentola a pressione che si vede all'esterno o all'interno della parete laterale. Chi avesse optato per la versione "carnivora", aggiungendo un quarto posteriore di pollo o un pezzo di biancostato (classico taglio da bollito di carne bovina) con relative ossa, le aggiungerà prima di salare e dopo le verdure: userà solo un po' meno d'acqua. Chiudetela ermeticamente e ponetela sul fornello medio a fuoco vivo; entro venticinque minuti salirà il pistone che blocca la maniglia di apertura e nel giro di un minuto si avvertirà il classico fischio della valvola di sicurezza: a quel punto, abbassate leggermente la fiamma e lasciate cuocere per quindici minuti, scaduti i quali, spegnerete il fornello e chiuderete il gas (a meno che non stiate cuocendo un'altra pietanza) mettendo da parte la curiosità di vedere il risultato dal momento che, fin tanto che non si raffredda l'interno, il pistoncino non cala e la maniglia non si muove e non può liberare il coperchio. Questo è il vero segreto della pentola a pressione: durante questo tempo di riposo o raffreddamento del sistema, il cibo in essa contenuto continua la cottura senza disperdere aromi e nutrienti in atmosfera bensì amalgamandoli ancora meglio tra loro; in ogni caso doveste accelerare i tempi, potete immergere il contenitore in acqua fredda, nel lavello magari, fino allo sblocco del coperchio. Personalmente, non adotto mai tale procedura perchè sono un romantico...in qualche angolo remoto del mio spirito e del mio stomaco! In realtà, lo faccio perchè la "biada dell'uomo" (come si diceva nelle campagne lombarde) è la base della mia cena quotidiana (arricchito da pastina o riso o addirittura tortellini) e, come diceva mia nonna, qualcosa di brodoso la sera disintossica dai malumori di tutta la giornata, distende l'animo e le budella: perciò mi piace che riposi per dare il meglio di sè al momento opportuno. Siccome non lo mangio tutto in una volta, lo travaso in un recipiente con coperchio ermetico (quelli di plastica che possono andare anche in congelatore e microonde) e lo metto in frigo prelevandone, giorno per giorno, la mia razione. Cucinare per credere e...buon appetito!


© 2017 Testo e ricetta di Claudio Montini
© 2016 Foto di Orazio Nullo




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