martedì 15 novembre 2016

L'America ha scelto: in gold, they Trump...pardon: they trust....

L'America ha scelto...

di Claudio Montini


L'eco delle risate e degli applausi del baffone georgiano non si era ancora spento rimbalzando sulle pareti dell'inferno, foderate di buone intenzioni tanto quanto le strade che ad esso conducono, che già i corridoi del fuoco eterno e della pena infinita si riempivano dei motti esaltanti muscolari esercizi di retorica del maestro elementare di Predappio, mentre il pittore austriaco e il timoniere orientale sorridevano sotto i baffi fiduciosi che tedeschi e cinesi, per continuare a fare buoni affari, sarebbero giunti alle medesime conclusioni. Il tonfo dell'Ulivo Mondiale, del liberismo e della socialdemocrazia e degli altri tre alberi della libertà (libertà, uguaglianza e fraternità) di cui, anche lì, ancora vagheggiava nei suoi deliri Robespierre, sebbene avesse provveduto a potarne numerosi rami con madama Ghigliottina, si era sentito forte e chiaro così come il tintinnio di bossoli da armi leggere che cadevano a terra e di monete che riempivano le sacche e le bolgette degli ingordi che si erano sostituiti a Dio (se mai fosse esistito o interessato a esseri senzienti e razionali), al destino o alla selezione naturale. Sotto ogni tonaca, ogni drappo, ogni vestito della festa esibito con orgoglio per imbonire le folle affamate di pace, di serenità e di giustizia c'è un registratore di cassa e un microfono o una telecamera per cogliere in fallo chi non è allineato, schedarlo per poi eliminarlo prima che contagi il resto della massa: l'aveva intuito e descritto assai bene Eric Blair, a suo tempo in 1984, smaltiti i fumi della sbronza marxista e constatato che il Regno Unito uscito dalla Seconda Follia Mondiale era conciato come i suoi polmoni massacrati dalla tubercolosi. L'aveva messo nero su bianco con il suo nome d'arte, George Orwell, non già perchè fosse il suo canto del cigno ma perchè fosse un monito alle generazioni presenti e future, tanto quanto profetica era stata l'opera precedente, Animal's Farm, e altrettanto incompresa e dal poderoso messaggio rimasto inascoltato. Anche lui si è unito, io penso, alla folta schiera di anime in pena che hanno visti traditi e calpestati gli ideali per cui hanno speso la vita: il vecchio e il nuovo mondo hanno eletto a faro delle proprie coscienze un nuovo dio, il profitto, adottando il denaro come preghiera e la sopraffazione come liturgia. Sopratutto il Nuovo Mondo che accoglie cercatori di fortuna dal mare, mostrando loro le sue torri scintillanti e la statua della più bistrattata e malintesa delle ricchezze, la libertà: salvo confinarli, ingabbiarli, scaraventarli lontano dagli occhi e dal cuore affinchè non reclamino che le briciole di quanto cade dalle tavole opulente di coloro che, per presunto diritto divino avallato da un evidente destino, possono accedere alle stanze dei bottoni. L'America ha scelto, Dio benedica l'America anche se lei sembra volerne fare a meno. L'America ha scelto e ha gettato la maschera, finalmente: gli affari sono affari e, se hai bisogno di riscatto e la pancia vuota, sei pronto a saltare sul carro di chiunque dica quello che vuoi sentire ma non hai il coraggio di proferire ad anima viva. L'America ha scelto e adesso ci aspettano tempi brutti: i poveri e gli emarginati saranno eliminati e distrutti, i ricchi e i furbi di ogni età si salveranno tutti.

(c) 2016 Testo di Claudio Montini
(c) 2015 Immagine "Dangerous Hypocrites" di Orazio Nullo

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