lunedì 5 giugno 2017

L'unico comandamento universale


Pentecoste 2017: basta martiri!
  
di Claudio Montini

Oggi il mondo cristiano e cattolico si trovava a festeggiare la Pentecoste, un'evento successivo al sacrificio del Figlio di Dio, che accomuna tutte le confessioni che si rifanno al Creatore che si è presentato alle sue creature sotto le spoglie di un artigiano, uomo tra gli uomini seppure dotato di poteri inimmaginabili tali da sconfiggere la morte e aprirci le porte di un'altra vita, più giusta e libera da ogni pregiudizio o laccio morale o materiale. Persino il successore di Pietro, di colui che lo rinnegò tre volte e che divenne comunque la pietra testata d'angolo su cui edificò la Sua comunità di credenti (perchè questo vuole dire la parola ecclesia, che ha un significato addirittura più ampio del greco kòinè), papa Francesco, al Circo Massimo in Roma, ha pregato insieme a tanti e ad altri alti rappresentanti di diverse confessioni giusto per celebrare, una volta di più, la discesa dello Spirito Santo sugli  apostoli che si accingevano a diffondere quell'unico comandamento che Cristo aveva ripetuto loro fino alla noia, fino alla nausea come quella che aveva sperimentato quando gli bagnarono le labbra con l'aceto sulla croce, fino alla morte del corpo fisico (non prima di avere rimesso i peccati al ladrone che gli faceva involontaria compagnia e, in un attimo di lucidità, aveva compreso l'ingiustizia patita dal falegname nazareno): amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi. Del resto, aveva promesso loro che non li avrebbe mandato soli in missione, che li avrebbe dotati di qualcosa che avrebbe fornito loro tutto ciò di cui avrebbero avuto bisogno, prima di tutto la comprensione altrui: loro dovevano soltanto mettersi buoni sandali e andare così come erano, senza armi o bisacce. Non possiamo abituarci al male, così come non possiamo lasciarci convincere che chi chiama Dio in un modo diverso debba essere la rappresentazione del Male sempre e comunque, un'appestato da tenere a debita distanza oppure da usare come tiro al bersaglio di tutti i nostri mali: le mele marce ci sono in ogni cesto e gli scorpioni o le serpi velenose si annidano e prosperano nei nostri stessi seni, pronti ad avvelenarci per il proprio tornaconto. Come a Manchester, Londra, Manila, o Kabul...Cominciamo a domandarci a chi interessa questo stato di tensione, a chi fa comodo instillare paura goccia a goccia senza soluzione di continuità, chi sta guadagnando da questa prigione dalle sbarre invisibili che stanno costruendoci intorno: ricominciamo da quell'unico, primo, solo, immenso, semplice comandamento trasmesso da duemila anni e che non smette di interrogarci e di spronarci. Ama il prossimo tuo come te stesso, amatevi gli uni gli altri...o, almeno provateci.


(c) 2017 testo di Claudio Montini
(c) 2016 Immagine di Orazio Nullo " Cathedral on the sea" - Atelier des pixel collection

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