domenica 9 marzo 2025

I preti sono dispari - Matteo Melzi (2025)

Ancora un centro pieno: una produzione che va presa nella sua integrità, non si possono scindere parole o musica poiché il livello è sempre molto, piacevolmente ed elegantemente alto in entrambi i campi tematici. Al di là dell'accuratezza del suono, figlio di questi nostri tempi in cui la tecnologia permette, a chi ha già l'arte nelle sue dita, la possibilità di realizzare ottimi prodotti anche in ambito non professionale ma non più dilettantistico, la ricchezza e la prelibatezza e lo stile impeccabile dei contenuti semantici e sintattici stupiscono sin dal primo ascolto: se da un lato, Fabrizio Fanari e Paolo Marconi e Chicco Baldiraghi e tutto il resto della squadra, che affianca e supporta Matteo Melzi, lo sostengono e lo mettono in grado di esprimere tutta la forza e le potenzialità della sua voce, è anche vero che lui ci mette l'anima anche nel parole e melodie che non lasciano indifferenti ma stimolano l'ascolto e il riascolto. Si ha quasi paura di essersi perso un passaggio importante e, allora, si pigia di nuovo il tasto "play" e ci si lascia incantare da un'opera d'arte non solo bella esteticamente ma anche profonda e carica di significati: comun buon vino o un brandy o una qualsiasi pietanza, dolce o salata, che induca alla meditazione e al, conseguente ma quasi mai scontato, ristoro o ricreazione dell'anima. Evviva!! Complimenti!! Da Ascoltare per credere!! 

©2025 testo di Claudio Montini - video da youtube.com

giovedì 6 marzo 2025

Scrittori e poeti di gran classe: Giorgio Corona e la sua "opera prima"

 Giorgio Corona 

SCRIVERO' PER TE
JRM BOOK FUSION - 2025

In cerca di svago dalle brutture quotidiane

di Claudio Montini

Anni fa mi appuntai un proverbio cinese ascoltato o visto scritto, per caso, durante un documentario trasmesso in televisione: “Un libro è come un giardino magico da portare in tasca”.
Mi piace credere che anche Giorgio Corona abbia avuto modo di imbattersi in questo motto di sapienza orientale, o meglio, se anche ciò non fosse avvenuto, altresì ho l'intima convinzione che in lui il concetto fosse congenito cioè naturalmente depositato nel suo animo, stante la sua passione per la letteratura e per la lettura, per la scrittura creativa e per la composizione di poesie in modo particolare senza disdegnare il racconto breve.
Ci siamo incrociati sui “social” e reciprocamente stimati, leggendoci l'un l'altro, dove lui, con il garbo e la discrezione e l'eleganza e la grazia propria dei veri maestri ha scritto di libri letti, citandone passaggi e risvolti di copertina, alternandoli a composizioni proprie tanto in prosa e in poesia accompagnati dalle copertine delle prime edizioni tascabili, tanto care anche a quelli della mia generazione (che poi è anche la sua), oppure da opere pittoriche scovate qua e là nel web o nelle collezioni di immagini sue, private, delicate e importanti e gustose.
Finalmente, si è deciso a raccogliere il meglio della sua produzione e a convogliarla nelle pagine di un volume che, sin dalla copertina e dal titolo, non vi lascerà affatto indifferenti: SCRIVERO' PER TE (JRM BOOK FUSION, 2025) è già tutto un programma che si apre con la bella immagine realizzata appositamente da Carmela Blandizzi e curata graficamente da Manuel Messana, mentre il coordinamento letterario è a stato cura di Rita Nappi, Giorgio Andreato e Janez Messana.
Non si scrive per diletto né per disperazione: si scrive per volare e per sentirsi vivi, per seguire virtù e conoscenza.
Non si scrive per sé o per gli altri: lo si fa, finalmente, perché si è deciso di fare ciò che ci piace dal momento che ci fa bene, come sosteneva Goethe.
Se poi, a parere di Charles Dickens, quelle cose scritte fossero in grado di migliorare, anche per un solo istante, la vita di un individuo soltanto, l'autore avrebbe realizzato un capolavoro.
Varcate con fiducia la soglia di questa galleria dell'anima di Giorgio Corona, del suo mondo interiore che si esprime con eleganza elegiaca e accuratezza pittorica impressionistica, senza lasciare nulla alla vaghezza degli intenti, alibi perfetto per una lettura frettolosa e distratta.
Poeti o narratori si nasce, non si diventa: si mettano il cuore in pace tutti i venditori di manuali e lozioni miracolose poiché, da che mondo è mondo, anche trovare le parole giuste per dire di sé facendo sì che altri in esse si rispecchino e si ritrovino, è un dono che gli dei concedono con molta parsimonia.
In SCRIVERO' PER TE di Giorgio Corona, vi troverete di fronte a pagine ricche e calde di umanità e di note, colorate e a margine, che esalteranno l'esperienza di contatto e fruizione della materia di cui sono fatti i sogni, anche quelli più dolorosi e scabrosi, lasciandovi un ventaglio di retrogusti sui quali non ha mai l'esclusiva la malinconia bensì la consapevolezza di amare la vita senza paura, senza nascondersi dietro una maschera, senza voltarsi dall'altra parte.
Sarà come se lui fosse lì, presente accanto a voi, per accompagnarvi in una scampagnata fuori dal tempo e lontano dai guai quotidiani scrivendo, appunto, per ciascuno di voi che sfoglierete le pagine composte con uno stile che non lascia nulla al caso, che fa della semplicità e della chiarezza e della scorrevolezza il proprio punto di forza, insieme alla genuinità e all'originalità del narrare una vita vissuta con tutta l'anima tramite una lingua italiana amata, rispettata in tutti i suoi passaggi sintattici e semantici, restituendo dignità e valore e bellezza ed efficacia ad ogni singola parola.
Inevitabilmente, qualcosa scivolerà via mentre qualcos'altro si impiglierà nella memoria, nel cuore o nell'anima: tuttavia, io sono certo che la freschezza di SCRIVERO' PER TE ristoreranno più d'un intelletto o di uno spirito libero in cerca di svago dalle brutture quotidiane.

©2025 Testo di Claudio Montini - immagine dal profilo Facebook di Giorgio Corona

mercoledì 5 marzo 2025

Sembra facile scrivere una canzone...

 Tutto il resto può diventare gioia

di Claudio Montini


Sembra più facile a dirsi che a farsi, scrivere una canzone: ci sono regole ben precise da rispettare e io, di solito, faccio di tutto per eluderle, per gabbarle, per farmene beffe.
Ma poi, una volta trovata l'idea che ammicca e ammalia la mia fantasia, le parole che si condensano sul foglio pretendono di essere giustapposte come le tessere di un mosaico, di trovare la consonanza ritmica e tonica tale per cui la voce possa danzare senza stancarsi, di dare vita a un discorso di senso compiuto in cui riverberi la vita e la passione i moti dell'anima, di chi legge attraverso quelli di chi scrive.
Allora immaginate un dialogo tra un uomo e una donna che, da tempo, hanno uno scambio d'amorosi sensi e che provino a fare un bilancio di tutto il percorso fatto insieme.
Le donne, più sovente degli uomini, sanno esattamente cosa vogliono e anche come ottenerlo, sebbene spesso essa non sia proprio aderente ai loro sogni e prendano quel che c'è, come al mercato, nell'errata convinzione di adattarlo e conformarlo e, in fondo, di cambiarlo in meglio.
Un uomo, si sappia, lo si può cambiare soltanto finché porta il pannolino, più o meno all'età dello svezzamento, poiché dopo si convince di essere autosufficiente, addirittura intelligente, superiore e potente tanto che nemmeno le legnate, incassate a ogni piè sospinto, talvolta lo riducono a più miti consigli.
Stando così le cose, il rischio estinzione è da millenni dietro l'angolo: basta attendere e prima o poi...
Tuttavia, la vita frantuma certezze e record, positivi e negativi in egual misura, con costante e rapida pervicacia: ecco, dunque, che arriviamo all'esordio dell'uomo:

Ho ancora tanto da imparare,
una montagna da scalare,
una spiaggia dove approdare
per gridare ai venti e al mare,
alle stelle e al mondo intero,
che d'ora in poi sarò sincero.

Hai ancora voglia di me,
dopo tutti questi anni
vissuti e spesi insieme?
Poche gioie e troppi affanni,
se finisse qui la nostra festa,
sarebbero tutto ciò che resta.


Perché un uomo che s'innamora
per cinque minuti o mezz'ora,
se non capisce quand'è finita,
si perde tutto il bello della vita.


La replica di lei non si fa certo attendere: il ferro va battuto quando è ancora caldo ma va fatto con discrezione, senza dare l'impressione della maestra che sale in cattedra, della donna per amico che poche volte impara e troppo insegna.

Una donna ama e odia mattina e sera,
non dimentica e aspetta primavera,
per tirare le somme e cantare vittoria,
facendo sì che nulla esca dalla memoria.

Sì, io non posso più fare a meno
di sapere che sei nel mio mondo,
col tuo respiro forte come un treno
quando dormi o ami fino in fondo,
con la tua voce o coi tuoi passi,
uno dopo l'altro sulla sabbia o i sassi.

Ho accettato questo mio ruolo
non per calcolo ma per istinto:
lo stesso che ci vuole nel volo
per superare un limite o un recinto,
planando leggeri sulle ali del vento
incoscienti e fieri senza pentimento.


Ora che la piena è passata, che la burrasca è scemata, che la tempesta si è alleggerita e brontola lontana all'orizzonte, noi possiamo asciugarci la faccia e i capelli e i vestiti per volgere il nostro sguardo tutto intorno e, soprattutto, alle nostre spalle per intuire la nostra posizione rispetto alle stelle che, come sempre, stanno a guardare:

Siamo arrivati da strade diverse
evitando curve e insidie sommerse,
fino al porto dove ci siamo imbarcati
carichi di sogni quasi mai consumati,
tracciando loro sempre nuove rotte,
prima che l'alba stracciasse la notte.


Lei è consapevole del fatto che gli ardori e le illusioni degli esordi sono ormai esauriti, esausti, evaporati nella quotidiana consuetudine di viaggiare l'uno accanto all'altra. 
Anzi, ha capito perfettamente che i dubbi e le incertezze di lui nascono dalla congenita fragilità di ogni uomo il quale, per gonfiare i muscoli, sottrae sangue al cervello mentre una donna può permettersi il lusso di perderne un poco ogni mese, tranne quando lo destina ad ogni nuova vita che germogli in sé.
Dovendosi naturalmente e contemporaneamente occupare della sopravvivenza di due vite, la sua e quella che porta in grembo, ecco che trova la soluzione e detta l'agenda in cui “io e te” si trasforma in “noi” con semplicità e chiarezza disarmanti, come se si rivolgesse ad un bambino.
In realtà, propone un piano a lunga scadenza a un proprio pari, a un sodale cui è legata da un sentimento inestinguibile:

Navighiamo per destinazione ignota,
sospesi tra un bastone e una carota.
Lasciamo l'errore altrui là dove si trova,
affrontiamo insieme ogni ardua prova,
ridiamo senza paura dei nostri guai:
nemmeno la morte ci separerà mai.


Lui, finalmente apre gli occhi e il cuore e si unisce a lei nella strofa (o stanza, se preferite) finale nella quale anche le due voci, maschile e femminile, si intrecciano e si fondono in una voce piena e unica.

Abbiamo ancora tanto da imparare,
una montagna tosta e irta da scalare,
oceani di lacrime da attraversare
fino a una spiaggia dove riposare
le ossa rotte e le membra sfatte,
cullati da parole dolci, soavi e adatte.


Adesso entrambi sanno cosa fare delle loro vite: prenderle in mano e farne un capolavoro, come disse a suo tempo San Giovanni Paolo II.
Con rispetto, passione, pazienza e tanto amore reciproco tutto il resto può diventare gioia.


©2025 Testo di Claudio Montini (27/02/2025)
©2022 Immagine di Orazio Nullo "Tourists facilities" - Atelier Des Pixels Gallery

mercoledì 22 gennaio 2025

Good bye, mr. Biden, good bye Uncle Sam

 

Lo scopriremo solo vivendo...
di Claudio Montini

Gli Stati Uniti d'America hanno incoronato il loro quarantasettesimo monarca: il Ventesimo Secolo dell'Era Cristiana si è definitivamente concluso e con lui si sono pure spente tutte le luci accese dall'Illuminismo di Rousseau e Voltaire e Beccaria.
Hanno vinto loro, Friedmann e Keynes, Taylor e Ford, correggendo il tiro di Smith e confidando nel fatto che, se una cosa va, ha le ruote e perchè mai dovrebbe smettere di farlo?
Dopo tutto i soldi per farlo ce li hanno, li hanno trovati, glieli abbiamo dati noi in cambio di una vita tranquilla e ben pasciuta: alcuni, i più esaltati o quelli con le fette di salame più grosse sugli occhi e quelle di prosciutto nelle orecchie, hanno persino fatto la corsa ad adorarli e osannarli come se, da un momento all'altro, qualche briciola o qualche osso potesse cadere da quelle tavole inarrivabili. 
Come se, presto e bene, con la sola imposizione di una firma su un dossier con un pennarello indelebile e l'imposizione delle mani, il nuovo re d'America e la sua corte dei miracoli riuscisse persino a batter il primato di resurrezioni dai morti stabilito dal falegname di Nazareth, ebreo osservante sebbene latore di una nuova alleanza e di una nuova buona novella per tutti gli uomini di buona volontà.
Siamo entrati in una nuova epoca, in cui i vecchi sistemi sono palesemente superati: ne faremo le spese noi che non siamo aggiornati tecnologicamente e culturalmente, insieme a cospicue masse di poveri di varia estrazione, graduazione e colore che saranno usati come carne da cannone o cavie da laboratorio o, peggio, "pezzi" di ricambio per ricchi e potenti. Non siamo alla fine, siamo al principio di una ulteriore evoluzione: se sarà cosa buona e giusta o fonte di salvezza, lo scopriremo solo vivendo.

©2024 Testo di Claudio Montini ©2019 Immagine di Orazio Nullo "American pie" -Atelier Des Pixels collection

domenica 29 dicembre 2024

Maria - di Andrea Stefanet - Visti, ascoltati & piaciuti!!

musica e parole di Andrea Stefanet
commento di Claudio Montini
Eloquente, struggente, stupefacente per l'efficacia e la semplicità e la purezza del suono e del messaggio che veicola e di cui è permeata: in parole povere, arriva dritta e dirompente a quell'angoletto di cuore che ancora ci definisce come esseri umani senzienti e sensibili al dolore, all'ingiustizia, alla fatica di vivere altrui. Non potrà cambiare il mondo perchè le canzoni o i poeti o i narratori non ci sono riusciti mai, è un dato di fatto storico: ma, ne sono certo, cambierà la percezione dei problemi di cui si fa portavoce, la nostra percezione dico, acuirà la nostra empatia e ci spingerà a non voltarci dall'altra parte, prima o poi, spingendoci a chiedere "perchè?" e a domandare, a chi di dovere, di fare qualcosa per risolvere tutte le questioni annose e spinose in una piccola "Maria" possa mai trovarsi coinvolta. Non conosco il futuro, non saprei nemmeno dire come e quale sarà il mio domani ma, fin dal primo ascolto, ho pensato con terrore che potrebbe essere mia figlia anche se di figli non ne ho: ora so, grazie a questo brano elegante, pulito, potente dal suono limpido e per niente scontato o lasciato al caso, che non voglio che accada ancora, che un altro angelo di nome "Maria" corra dal mare incontro alle stelle per colpa di una pistola, o di un missile o un cinico trafficante di esseri umani. Grazie, Andrea Stefanet e grazie a tutta la squadra di amici e collaboratori che ha realizzato questo brano che ha dato voce a ciò che non sarei riuscito mai a dire.

©2024 Testo di Claudio Montini ©2024 Musica e parole di Andrea Stefanet condivise dal profilo Facebook

domenica 22 dicembre 2024

Letti & Piaciuti: RITRATTI DI LOMELLINA (Lomellibro editore, 2024) di Alba Mor Stabilini con le poesie di Marco Feccia

 UNA SALUTARE INIEZIONE DI SOGNI E UMANITA'

di Claudio Montini

Ci sono libri utili e libri necessari: i primi sono manuali e ricettari, saggi storici e rendiconti di viaggi in terre lontane o guide turistiche sotto mentite spoglie, autobiografie non richieste e celebrazioni non autorizzate, cataloghi vari ed enciclopedie.
Vagliati questi, restano e avanzano i secondi, gli altri, quelli che non si inquadrano nelle categorie già citate, quelli che decollano dalla realtà o dalla cronaca per mezzo della finzione per volare sopra e attraverso le miserie e le gioie umane grazie alle ali della fantasia per registrare, per fissare, per fotografare dettagli e pose e dati che, altrimenti, si perderebbero nel corso dell'evoluzione della coscienza collettiva di un popolo e dei territori in cui esso risiede e vive. 
RITRATTI DI LOMELLINA (Lomellibro editore, 2024), scritto e composto da Alba Mor Stabilini con il contributo affatto trascurabile delle intense poesie di Marco Feccia, è un libro necessario senza “se” e senza “ma” perché, come chiosa Davide Zardo (giornalista de L'Araldo lomellino e poeta nonché narratore a sua volta) nella prefazione, è un viaggio dell'anima in una galleria di ritratti in stile impressionista dove pennellate di luce rendono irrilevante la meta in favore delle persone che si incontrano lungo il cammino: infatti gronda di umanità vera, vissuta, riscontrabile, percepibile e plausibile e apprezzabile anche in un lembo di Lombardia e d'Italia considerato, da sempre, marginale, secondario, periferico e irrimediabilmente rustico.
Si tratta, a dire il vero, di un'antologia di racconti e poesie ambientate nella parte occidentale della provincia di Pavia, la Lomellina appunto, in cui, questa è la cosa nuova e notevole e meritevole di attenzione, le une convivono e collaborano e cooperano armoniosamente con gli altri nel rendere necessaria tanto l'esistenza quanto la missione di RITRATTI DI LOMELLINA: le tredici narrazioni di Alba Mor Stabilini sono efficacemente contrappuntate e arricchite dai componimenti di Marco Feccia i quali, fondendo naturalismo e spiritualità in modo essenziale ma potentemente evocativo, riverberano e sottolineano la cura e l'intensità, la scorrevolezza e la chiarezza che rendono assai godibile l'intero testo a qualsiasi tipo di lettore.
Nulla è fuori posto, nulla è eccessivo o troppo cerebrale, da specialisti per così dire, nulla è lasciato al caso: infatti, tanto Alba Mor Stabilini quanto Marco Feccia , danno prova di sapere perfettamente che il racconto così come la poesia sono strumenti letterari e divulgativi assai delicati e potenti, solo in apparenza semplici da maneggiare, eppure implacabili e complessi quanto un romanzo.
Sono affascinanti macchine per produrre qualcosa di bello per gli altri, per sé stessi, per essere riconosciuti e ricordati non come numeri da mettere in colonna ma come molecole composte di sogni e di umanità, uniche e indispensabili al buon funzionamento del mondo. 
RITRATTI DI LOMELLINA (Lomellibro editore, 2024) di Alba Mor Stabilinicon le poesie di Marco Feccia e la prefazione di Davide Zardo, è una iniezione di umanità necessaria a liberarsi dalle scorie neorealiste e ideologiche, essendo composta della stessa materia di cui sono fatti i sogni poiché capace di portare il lettore tra cielo e terra, dove allignano tutte quelle cose che nessuna filosofia sarà mai in grado di comprendere ma che rendono la vita degna di essere vissuta.

©2024 Testo e immagine di Claudio Montini 

martedì 3 dicembre 2024

Le parole e i colori per dire: "Mai più vite recise!"

 

Tinte forti per dire: "basta!"

Il vento di scirocco
di Claudio Montini


Il vento di scirocco
agita il mio ciuffo,
mescola vano e sciocco
con la voglia di un tuffo
in un mare di tinte
forti, squillanti e decise
per dire, finalmente,
“Mai più vite recise!”

Usciremo dall'emergenza,
sì, un giorno, prima o poi:
devi avere pazienza.
Oltre il ponte degli eroi,
c'è il viale dei ciliegi
perennemente in fiore:
lì non hai privilegi,
se non hai dato amore
chiedendo in cambio nulla
se non la stessa uguale
evanescente bolla
che vola e non fa male.

Chiamami col mio nome:
saprò farmi notare,
senza pensare al come.
Basterà fischiettare
quella vecchia canzone
che ha aperto gli occhi
all'intera nazione
piegata sui ginocchi,
stremata dalla guerra.
Con le ciglia asciutte,
i piedi piantati a terra,
canterò per tutti e tutte.

Il vento di scirocco
agita il mio ciuffo,
mescola vano e sciocco
con la voglia di un tuffo
in un mare di tinte
forti, squillanti e decise
per dire, finalmente,
“Mai più vite recise!”

Io sillabo a matita,
su bianchi dorsi intonsi
già usati e a fine vita,
sogni ma non responsi
di oracoli o versi criptici,
soltanto per diletto,
senza scopi pratici
se non donare affetto.

Il vento di scirocco
agita il mio ciuffo,
mescola vano e sciocco
con la voglia di un tuffo
in un mare di tinte
forti, squillanti e decise
per dire, finalmente,
“Mai più vite recise!”

©2024 Testo di Claudio Montini (inedito)
©2024 Immagine di Rosalba Conte condivisa dal suo profilo Facebook, per gentile concessione