lunedì 8 dicembre 2025

Superate le centomila visualizzazioni!! Evviva!!


 Questo blog ha superato le centomila visualizzazioni!!!

In almeno tre continenti!!!

Claudio Montini ringrazia tutti i lettori!!! 

Evviva, evviva, evviva!!!!!!

sabato 6 dicembre 2025

Ancora meglio! Terzo suggerimento: FUORI TEMPO MASSIMO di Claudio Montini, il romanzo che ne contiene un altro!

 FUORI TEMPO MASSIMO

romanzo di Claudio Montini (2024)

Pubblicazione Indipendente in elettroni e in carta su amazon.it


In un mondo di ferro, di legno e di gesso, di sabbia e sassi e frantumi di specchio, di muschio e cartapesta, di coriandoli e orizzonti dipinti coi colori a tempera e ad acqua, un uomo e una donna si incontrano, si ritrovano e si amano con tenacia e ostinazione infischiandosene delle convenzioni sociali e della religione e del proprio passato.
Nella diuturna ricerca della serenità e della consapevolezza, il tempo darà loro torto o ragione?
Lo scopriranno solo vivendo ogni momento, bacio o schiaffo che sia, ogni evento, risata o pianto che sia, ogni accidente dell'esistenza, orgasmo o altra epifania che sia, con gli occhi negli occhi e le mani dell'uno strette insieme a quelle dell'altra come se ciascuno di questi atti, gesti, reazioni fossero unici e irripetibili pur essendo universali.
Esattamente come sono loro due nel momento in cui si fanno più vicini al cielo, quando si uniscono, quando si amalgamano, quando si fondono in una nota sola che muove il sole e le altre stelle: ovverosia, quando spirito e materia sono in equilibrio armonico e dinamico.
In quell'istante d'amore e soltanto allora, la morte perderà lo scettro e la corona della paura, tornerà ad essere l'altra faccia della moneta che ci viene data prima di entrare sul palcoscenico della vita.
Infatti, di volta in volta, di nuovo sarà solo una tappa e non la fine del viaggio dall'infinito passato all'infinito futuro.
Leggere per credere!!

©2024 Testo di Claudio Montini
©2024 Immagine di Orazio Nullo


 

Per Natale, regalate un libro! Suggerimento n.2 : LIMITI INVALICABILI di Claudio Montini

LIMITI INVALICABILI 

di Claudio Montini (2025)
pubblicazione indipendente, in elettronico e cartaceo

Ogni pazienza, ogni sensibilità, ogni attenzione ha un limite peculiare oltre il quale non va, si arresta, si ferma e dice con estrema chiarezza che ne ha abbastanza.
Esattamente questo accade nella vita e nel destino di qualsiasi cosa, animata o no, senza alcuna distinzione e non si tratta di sola fortuna o mera casualità: l'epifania, la manifestazione dei limiti invalicabili è legata alla logica che innerva il principio di azione e reazione, applicata e declinata ad ogni singolo istante o evento dell'esistenza in modo spontaneo e ripetuto.
Così si rivelano, così entrano nel discorso e nell'immaginario collettivo, così un narratore dotato di spregiudicata fantasia e relativo disincanto tesse e ricama quattro storie non del tutto inverosimili, ispirate da fatti cronaca non solo locale, situate in Italia entro l'ultimo quarto del secolo breve, il ventesimo del secondo millennio e a ridosso del principio del terzo ma non più in là della prima decade
Non sono qui a offrirvi un viaggio unico, con una compagnia di giro e relative comparse: vi propongo quattro itinerari diversi con altrettante squadre di protagonisti e figure minori.
Affinché possiate insistere a pensare con la sola vostra testa, liberamente e a mente libera.
Affinché impariate e vi esercitiate a guardare dietro le quinte, oltre i muri e gli steccati ideologici.
Affinché siate in grado di immaginare e sognare senza che vi accontentiate di realtà virtuali o prefabbricate.
Dopo tutto, la testa non serve solo a portare il cappello, anche e soprattutto quando maneggiamo parole altrui o viaggiamo tra le righe verso mondi lontanissimi.
Ogni limite invalicabile che riconosciamo nuoce gravemente all'ignoranza e, se riusciamo a superarlo senza farci impallinare dalle sentinelle, esso ci restituirà il buonsenso e la più genuina umanità, troppo sovente, dati per dispersi.
Queste quattro storie non cambieranno il mondo, non ci sono riuscite neppure le rivoluzioni, né ascolteranno o risolveranno i vostri guai ma faranno in modo che possiate assentarvi per una manciata di minuti, lasciando che esso seguiti a girare nello spazio senza fine.
Risalirete a bordo recando briciole di sogni nello sguardo e nessuno potrà portarvele via.

©2025 testo di Claudio Montini
©2025 Immagine di Orazio Nullo

Suggerimento per i regali di Natale (1): LA TOVAGLIA A QUADRI (2024) di Claudio Montini

 LA TOVAGLIA A QUADRI

di Claudio Montini
(2024)

Pubblicazione indipendente in elettroni e carta disponibile anche su amazon.com


Una tovaglia è un complemento d'arredo spesso sottovalutato e trascurato: in realtà, esso è proprio quel dettaglio che parla di accoglienza e conforto e specialità di un oggetto d'uso comune come un tavolo, in qualunque contesto domestico o ricreativo.
Anche dell'osteria più sperduta e sprovveduta, la seconda cosa che si ricorderà (poichè la prima saranno le pietanze) finirà per essere la tovaglia o la sua assenza.
La Locanda Dei Quattro Venti di Oreste Procida le aveva tutte stampate a quadri colorati, accostati gli uni agli altri solo per i vertici fino a formare una alternanza di quadri vuoti e pieni di colore per tutta l'estensione del tessuto.
C'era un colore per ogni giorno della settimana, erano riposte in una credenza apposita, nella sala da pranzo: una di loro non finì mai stesa sopra un tavolo ma racchiuse in sé, quasi fosse una teca o una cartella, le storie che alcuni ospiti regalarono al locandiere o che lui stesso ascoltò ed elaborò per emanciparsi dal logorio della vita moderna e dalle fatiche quotidiane, per sentirsi vivo e libero di volare via di lì, senza attraversare per forza la porta del mondo dei sogni.
Siccome c'è più tempo che vita, anche quella di Oreste finisce e con lui decade la fortuna della Locanda, che rimane disabitata e abbandonata e pronta solo a collassare.
Diventa rifugio occasionale, durante un forte temporale, per un pensionato con motocarro a tre ruote in cerca di cose vecchie e rottami da restaurare come passatempo: sarà lui a scovare la credenza dimenticata dai predoni che hanno spogliato, via via con gli anni, la Locanda Dei Quattro Venti e a mettere in salvo il contenuto della tovaglia a quadri che, guarda caso, era in cima alla pila di tutte le altre sue simili piegate e stirate in un ripiano, sotto i cassetti con le posate e quelli con la cancelleria, i registri e i mazzi di carte da gioco.
Umberto li leggerà insieme alla sua compagna, Maria Laura, uno alla volta la sera stessa: nella notte, Oreste, prima di varcare definitivamente la soglia della Casa Del Padre, passerà dalla porta del mondo dei sogni per ringraziarlo di avere offerto una nuova casa alle sue storie e, in qualche modo, aver dato loro un'altra opportunità per fare del bene a chi legge e sogna anche soltanto con le parole.
È una narrazione che contiene altre narrazioni, apparentemente avulse le une dalle altre, cioè legate solamente dal fatto che a collezionarle e, forse di fatto a comporle o a stenderle, sia stato Oreste Procida, ultimo locandiere della Locanda Dei Quattro Venti in una località imprecisata del nord Italia, a metà strada tra il mare e la montagna o, se preferite, tra la Via Emilia e il West o gli Appennini settentrionali.
Alla fine, i protagonisti non sono Umberto, Oreste, Guglielmo, Giuseppe, Donato, Cesare, Margherita o l'investigatore privato: sono le storie che loro hanno abitato, le vicende che hanno attraversato, l'umanità e le stanze che hanno occupato nel cuore dei loro simili.

©2024 Testi di Claudio Montini
©2024 Immagine di Orazio Nullo

domenica 23 novembre 2025

Guardare il mondo dai buchi del gruviera - Matteo Melzi (2025), nuovo singolo!

 

Evviva!!! I migliori sanno alzare l'asticella e superarla con la leggerezza e l'eleganza di chi ha in mano un mestiere e la testa sulle spalle per fare di un brano musicale, passione misteriosa e affascinante per questo stesso motivo, un capolavoro che parla con semplicità e irriverenza e profondità all'anima di chi ascolta. Sì, l'anima: quella cosa impalpabile cui diamo i nomi più disparati e che invece è il motore immobile di quel gioco, apparentemente senza istruzioni, che è la vita. Io ci provo con i racconti e le poesie mentre Matteo Melzi ci riesce con la musica e le parole e sale molto più in alto di me: ascoltare per credere!!

Paolo e Bruno di Andrea Stefanet : nuovo singolo per il 2025

 

Come si fa a scrivere sui sogni? Come si trovano le parole giuste per volare insieme a loro? La ricetta, la chiave, la strada, la magia che chiamiamo musica ad accompagnarci in questo eterno peregrinare l'hanno trovato Andrea Stefanet e la squadra di amici che lo circonda, lo accoglie, lo coccola, lo stimola, lo asseconda, lo ripaga del dolore e del sonno perduto a inseguire una, dieci, cento mille idee per fare qualcosa di bello per sé e per gli altri. Ezio Bosso disse che la musica è una cosa meravigliosa che si può fare soltanto insieme: Andrea Stefanet con Paolo, Bruno, Giacomo, Jimmy e tutti gli altri che girano intorno alla creazione di questo piccolo gioiello di balsamo per l'anima l'hanno capito perfettamente! In mezzo al bailamme inascoltabile e, sostanzialmente inutile al benessere e alla crescita personale, che viene diffuso ovunque, ben vengano questi "lavori" curatissimi nei suoni, nell'esposizione, nei contenuti come se fossero pezzi unici da collezione realizzati da "VERI" maestri, che sono ancora più tali perché fanno cose per loro diletto e non solo per mestiere. Ottimo slide show e buon ascolto a tutti.

©2025 Testo recensione di Claudio Montini - Musica e parole di Andrea Stefanet condiviso dal suo profilo Youtube

venerdì 17 ottobre 2025

Chiamo io o chiami tu? - Storie in divenire...

 Chiamo io o chiami tu?


di Claudio Montini



Il sabato, nell'economia esistenziale e nella prassi dei cuori solitari di lungo corso, è un palinsesto di abitudini e doveri e riti propiziatori molto confortevole assai difficile da abbandonare: pulizie, bucato, spesa al supermercato, paciughi in cucina per chi non s'accontenta dei surgelati pronti o dell'asporto da gastronomia sotto casa, la radio o un disco a far compagnia mentre si legge il giornale o un libro da finire, da troppo tempo, sul comodino.
Specialmente al mattino o al pomeriggio: la sera ci si addormenta volentieri davanti alla televisione che prova, in ogni modo, a suggerire ogni esotica evasione scadendo, spesso, nel patetico o nel grottesco o addirittura nel pessimo gusto.
Negli autunni e inverni padani, in città come in campagna, in collina o in cima a una montagna, la cosa va così un po' dappertutto se non fosse per i cinematografi appiccicati ai centri commerciali, qualche coraggiosa sala da ballo e tardive sagre patronali o fiere natalizie: la società del tutto a portata di dito o di mano, informazioni e occasioni di svago comprese, ha perso progressivamente il gusto della comunicazione e dello scambio di idee oltre che di occhiate e battute fulminanti, di strette di mano e declinazione di nome e cognome o un semplice saluto.
Essere o avere non ha più grande importanza: quel che conta è apparire e vendere, secondo la lezione e la versione dei mezzi di distrazione di massa, cui non erano del tutto estranei.
Loro due non costituivano l'eccezione ma neppure confermavano la regola, forse non l'avrebbero fatto mai, dal momento che si erano tenuti al riparo dall'amore e dai suoi fastidi facendo come l'acqua che prende la forma del suo contenitore, nascondendosi sotto gli occhi di tutti senza sparire del tutto, aspettando il momento giusto per trasferirsi altrove ad osservare il mondo girare.
Tuttavia, se è vero, come è vero, che la goccia scava la roccia, anche il sentimento che muove il sole e le altre stelle è altrettanto capace di provocare la propria epifania, scardinando e sconvolgendo le esistenze più strutturate o più organizzate secondo la logica e la pratica: perchè il destino è qualcosa di cui si ha consapevolezza soltanto quando è alle proprie spalle, non mentre lo stai vivendo.
Dieci cifre numeriche si erano insinuate nelle trame delle loro abitudini, nei vortici dei loro pensieri, aprendo la porta di quella stanza defilata, occultata e discreta tramite la quale l'ego accede a un non luogo, fuori dallo spazio e dal tempo, chiamato anima o fantasia per comodità di linguaggio nel quale verità, finzione, desiderio e ragione si mescolano e si combinano coi ricordi dei momenti felici appena vissuti per dare vita a un fascio di linee che descrivano il migliore dei mondi possibili, parallelo a quello reale ma ideale per ritrovare il piacere della compagnia dei propri simili.
Lucio aveva scoperto il mondo dei numeri e degli strumenti per indagarlo, mapparlo, studiarlo e ne aveva fatto il suo castello, la sua corazza, la sua rocca inespugnabile.
La matematica non era affatto un'opinione, sebbene avesse gli strumenti e le teorie e la conoscenza della materia per essere in grado di dimostrare il contrario: ne aveva fatto il suo mestiere e ne aveva mutuato qualche linea guida nella propria esistenza, affascinato dal rigore e dall'ordine e dalla universalità del metodo di approccio e gestione della realtà.
Priscilla aveva un prima e un dopo nella propria vita, un fulcro o un'origine o un punto zero nella linea degli eventi che la caratterizzavano, di cui parlava pochissimo nascondendolo nel suo sorriso e nel suo aspetto minuto di eterna ragazza con una volontà ferrea e feroce: un senso della misura con il relativo istinto per l'eleganza e il ripudio dell'eccesso, in ogni ambito della vita, dentro o fuori o intorno a sé che riversava nei disegni, nei dipinti, nei colori e nei soggetti delle immagini che creava per liberare il sacro fuoco dell'arte che ardeva in lei senza consumarla.
Infatti, esse erano il veicolo per esternare e scaricare da sé la paura, l'indignazione, la rabbia e il dolore per un mondo in cui gabbie e tetti di cristallo non erano mai stati del tutto infranti: il disegno e la scelta delle tinte erano discipline ben definite e dettagliate quanto lo studio di una funzione tramite la sua derivata o lo sviluppo di una matrice vettoriale, mentre le sfumature di colore o di prospettiva coinvolgevano quanto il calcolo delle probabilità.
Eppure, nessuno dei due aveva ancora trovato il coraggio di usare per ciò che erano quelle dieci cifre messe in fila una accanto all'altra e che li identificavano come utenti di telefonia mobile, un modo come un altro di socializzare, nonostante il fatto che si fossero ritrovati l'uno nei pensieri dell'altra e viceversa non appena aperti gli occhi, in cima a tutti gli altri che reca con sé l'alba del sabato allo stesso modo in cui ciò accade nel resto dei giorni della settimana.
Erano entrambi attori di una commedia, vecchia quanto il mondo, di cui ignoravano tutto tranne l'urgenza di essere in scena a scambiarsi gli occhi e a rubare le parole ai poeti.
Inconsciamente, tuttavia, temevano di rubare tempo e fiato a un piccolo sogno appena sbocciato, avventurandosi in territori inesplorati o poco frequentati in passato.
Dopo tutto, il futuro è un'ipotesi da maneggiare con cautela anche quando è un treno da non perdere, da non lasciare andare giacché non ripassa. 

©2025 Testo di Claudio Montini 
©2021 Immagine di Orazio Nullo "People in the street" - Atelier Des Pixels collection