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sabato 9 gennaio 2016

Essere sairanesi non è difficile, se ci nasci....


 di Claudio Montini e Orazio Nullo

Sairano non è un paese come gli altri, anzi, è smemorato come tutti gli altri; ma li batte e sta in vantaggio su di loro perchè insegna a condividere e ricordare la gioia delle piccole cose, delle abitudini, della gente che si guarda in faccia, che si rinfaccia le peggio cose ma che, quando c'è una lacrima da asciugare o un dispiacere da consolare o un morto da accompagnare e far vivere nel ricordo di tutti, non è secondo a nessuno.
A chi mi chiede di descrivere i sairanesi, dico che loro sono come i giapponesi con la macchina fotografica al collo: lo dico perchè di tutti i pavesi, loro sono gli unici che cercano sempre di cavarsela meglio che possono e a testa alta in qualsiasi frangente, sanno annusare l'aria e cercano di andare d'accordo con tutti per cavarne il massimo profitto in questa vita, che è una sola ed è inutile perdere tempo ad avvelenarla al prossimo.
Badano al sodo, ma non dimenticano gli amici e la buona tavola: per marcare le distanze da antipatici e arroganti, li apostrofano ricordando loro che non hanno mai mangiato il risotto insieme; rispettano l'impegno e la generosità, ma non amano gli eccessi.
Sairano è un posto da cui si smania di partire per far fortuna e si spera di tornare vincitori, ma anche un posto dove si torna volentieri, foss'anche solo con la memoria, giusto per riassaporare le cose buone di una volta.
Lo sapeva bene anche il conte Carena che ristrutturò il castello (fondato da un capitano di ventura della guerra dei Trent'anni, così ricompensato dalla corona di Spagna per i suoi servigi)  nel XX secolo, elevandolo a casa di campagna dove coltivare l'otium inteso alla latina: infatti, all'ingresso degli appartamenti privati pose una scritta emblematica nella lingua di Cicerone "Civiles curae procul hinc abite", lungi da qui le preoccupazioni civili ovvero legate agli impegni pubblici.
Monumento ai caduti  Sairano (PV)
Del resto, il conte era un notaio che aveva partecipato alla Prima Guerra Mondiale, come i tanti che sono scritti sul monumento ai caduti (inaugurato nel 1929 proprio davanti all'ingresso carraio del maniero, sul quale tutti i coscritti hanno scattato una foto ricordo dell'avvenuta visita di leva).
Ma questa è un'altra storia...ve la racconterò nei prossimi giorni: intanto godetevi il video di Orazio Nullo.




(c) 2016 Testo di Claudio Montini
(c) 2013 montaggio e regia del video Orazio Nullo dal canale youtube di Claudio Montini  

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