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venerdì 8 febbraio 2019

Per sperare in tempi migliori

La speranza è l'ultima a morire
di Claudio Montini
Non abbiamo più bisogno di sapere chi sia il colpevole, l'abbiamo capito da soli come se fossimo arrivati alle ultime pagine di un romanzo poliziesco teso e serrato; ora abbiamo la disperata necessità di soluzioni e di strade percorribili per uscire dalla palude delle tribolazioni, della fatica e della fame. Non abbiamo più bisogno di parole consolatorie o illusorie, ma di ordini corretti e chiari e precisi che ci permettano di uscire a rivedere il sole e le altre stelle che l'amore muove, così come se l'era immaginato il Poeta Fiorentino padre della lingua italiana. Il governo di una città, di un territorio, di uno stato non è solo l'intervallo tra due consultazioni elettorali o, peggio ancora, tra due campagne elettorali: non è nemmeno più il tempo in cui coltivare il proprio orticello, badando a mettere fieno in cascina in modo consistente e a crearsi una propria corte di nani, saltimbanchi e ballerine per garantirsi una rendita vitalizia con una croce di matita su d'un pezzo di carta colorata. Abbiamo distribuito torti e ragioni persino a guitti inveterati sporcaccioni, convinti che riverberasse anche su noi poveracci qualche barlume della loro fortuna: ci comprati avvolgendoci in foglie di rosmarino, ovvero facendoci credere che le lucciole danzanti in fronte ai nostri paraocchi fossero lanterne appese all'orizzonte, nemmeno poi tanto lontano, che grazie a loro avremmo conquistato d'un balzo e trasformato in lampioni da stadio di calcio. Adesso, spegniamo la televisione, la radio, il computer, lo smartphone e il telefono fisso o portatile; accendiamo il cervello scrollando la testa e facendo cadere forfora e melma retorica che deteriora le sinapsi tanto quanto le interruzioni pubblicitarie; apriamo le orecchie e gli occhi, colleghiamo la bocca e chiediamo a gran voce che chiunque voglia comandare, prima, deve assolutamente dimostrare di saper fare e di saper risolvere i problemi senza far male a nessuno ma bene a tutti. Non a parole, lo ripeto, ma coi fatti; non domani ma già ieri e ancora di più oggi; non salendo sui piedistalli, ma camminando nella stessa valle di lacrime di quegli occhi che le stanno versando, occhi cui resta solo il cielo per sperare in tempi migliori.

© 2019 testo di Claudio Montini
© 2019 immagine di Orazio Nullo

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