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domenica 24 febbraio 2019

Letti & piaciuti: Sara Goria REWIND ed. Elmi's world 2018


CHI HA INFRANTO LA BOLLA DELLA FELICITA'?

di Claudio Montini

Davanti a un'opera d'arte si possono sperimentare notevoli e mutevoli e varie sensazioni, impressioni, emozioni che prenderanno forma di suggestioni, riflessioni e interrogativi, forse, destinati a restare inevasi e irrisolti. Come certe curve e certe pieghe della vita che vanno affrontate a velocità e inclinazione adeguate per non ruzzolare, anche le idee belle e originali e geniali necessitano di essere maneggiate con cura e cautela poiché, nonostante il coraggio e l'impegno e la perizia, l'esito potrebbe risultare splendido ai nostri occhi ma essere di difficile comprensione per i fruitori lasciandoli perplessi. REWIND di Sara Goria (Elmi's world, 2018) è un'opera d'arte contemporanea, insolita e a modo suo rivoluzionaria che è ricca di amicizia, amore, passione per una motocicletta che unisce mondi umani differenti, mistero delle dinamiche della mente che si è ammalata e l'imperscrutabile follia dei circuiti in cui il destino ci imprigiona. Cosa mai potrebbe andare storto in un raduno di appassionati possessori di Harley-Davidson, impegnati in una scampagnata in sella alle proprie rombanti due ruote statunitensi sulle alture che si immaginano lasciando Aosta e Sarre alle spalle e guardano Saint Pierre? Nulla fino al colpo d'arma da fuoco che lacera la quiete della notte silvestre nei pressi dell'albergo a Vetan, rifugio a 1671 metri sul livello del mare della comitiva motorizzata: sembrerebbe l'esordio di un giallo alla Agatha Christie, forte anche di uno stile prosastico asciutto, lineare, elegante, dotato di buon ritmo, mai banale e gradevole quanto quello dei più felici prodotti della collega britannica. Peccato che il suo inizio sia anche la sua fine: la scrittrice valdostana riavvolge il nastro degli eventi capitolo per capitolo, a ritroso conducendoci lungo la catena delle cause, fino alle scelte scellerate e ai fraintendimenti di alcuni degli attori coinvolti nella vicenda narrata in REWIND; il titolo non è stato scelto a caso: è già da sé un programma. Tuttavia, a mio parere, questo implica che a un dato momento esista un tasto PLAY da premere per approfondire alcuni temi relativi ai personaggi in modo tale che, rispondendo agli interrogativi spontanei che nascono abitualmente nei lettori, finisca per giovarsene anche il quadro generale dell'opera. Invece, in questo romanzo apparentemente costruito al contrario, quel tasto non c'è: tanto è vero che noi lettori dobbiamo accontentarci di un epilogo che, risultando essere l'unica via d'uscita all'esperimento, lascia intatti dubbi, nodi e ombre come se dovessimo attenderci (me lo auguro, a breve) una seconda puntata relativa all'inchiesta, alle implicazioni umane e giudiziarie e alle ripercussioni sul campione di varia umanità che Sara Goria delinea con abile sagacia e precisa, nonché gradevole, concisione. Perché vale la pena premiare il gioco intelligente e geniale che la scrittrice torinese di nascita e oriunda valdostana, amante del mondo Harley-Davidson (tanto meccanico quanto umano), allestisce e conduce in REWIND (Elmi's world, 2018) leggendolo seguendo l'ordine dei capitoli e poi rileggendolo in direzione contraria? Va fatto per rendere omaggio al coraggio e alla fatica spesi per creare questa storia che, a modo suo, rivitalizza il giallo smarcandosi dall'ortodossia del genere pur rispettandone le linee guida generali come fecero, Luigi Pirandello con SEI PERSONAGGI IN CERCA D'AUTORE, Elio Vittorini con UOMINI E NO e Andrea Camilleri con LA SCOMPARSA DI PATO'. Va fatto perchè in esso ritroverete il ritratto dell'umanità attuale nelle sue tre età, con tutte le fragilità e le abitudini e le tensioni ideali peculiari, al netto della galleria fotografica in coda al testo e che è stata (a detta dell'autrice) fonte d'ispirazione nella concezione dei personaggi. Va fatto perchè la felicità è una bolla effimera quanto il viaggio punteggiato dal rombo di una marmitta cromata a stelle e strisce: quando i bolidi colorati e personalizzati sono allineati, le giacche variopinte come i caschi posate a loro guardia, la meta ha un senso solo dopo aver festeggiato l'arrivo di tutta la compagnia; solo così si può ripartire lasciandosi alle spalle la solitudine scambiata per libertà senza riavvolgere il nastro, nemmeno quello di asfalto, per capire chi ha infranto la bolla della felicità.

© 2019 Testo di Claudio Montini
© 2019 Immagine da Google Images/Elmi's world editore - Italy

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