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domenica 29 luglio 2018

Nessun algoritmo è meglio della democrazia!

Il fresco profumo della libertà

di Claudio Montini
Credo ancora nella democrazia, nella libertà di espressione, nel dibattito tra le opposte concezioni della felicità e del benessere al solo scopo di procurare entrambe a tutti gli abitanti della polis, della città, della comunità che vive e lavora e lotta perchè il domani sia sempre migliore e sempre più ricco e leggero Ma io non sono Dio onnisciente, non capisco quasi nulla di quello che mi circonda, ripeto gesti meccanicamente i quali mi assicurano benessere e soddisfazione dei bisogni primari (in fondo, siamo tutti criceti in gabbia che corrono su una ruota di cui non vediamo nè inizio nè fine), non sono nemmeno tanto sicuro di sapere badare a me stesso: perchè mai dovrei restare affascinato dal mito della velocità immateriale, tanto da affidare la vita mia e quella della comunità di cui faccio parte, che a sua volta fa parte di una nazione (concetto ancora più virtuale nonostante un milione di morti abbiano contribuito col loro sacrificio a darle corpo e dignità ed essenza negli ultimi duecento anni), che è ulteriormente inserita in un continente che è parte integrante di questo piccolo pianeta, ad uno o più algoritmi e al calcolo delle probabilità e ad equazioni statistiche effimere come le previsioni del tempo meteorologico sebbene poggiate su solidi pilastri matematici? Bertand Russell ebbe a dire che un computer è uno stupido molto veloce a fare calcoli aritmetici, sempre che lo stupido più lento sappia istruirlo a dovere e costruirlo con la necessaria precisione: dopo quasi un quarto di millennio in cui abbiamo risposto "Signorsì, signore" a una nutrita serie di stupidi, folli, sanguinari ancorchè lenti, vogliamo davvero affidare la sopravvivenza della scimmia intelligente a uno stupido iperveloce, implacabile poichè privo di scrupoli ed emozioni dal momento che sarebbe in grado di calcolare, in tempo zero, la convenienza o la congruità delle proprie azioni, determinando il rapporto costi/benefici come se si trattasse di una operazione ragionieristica di partita doppia? No, signor Grillo parlante a vanvera, artista soltanto nel vendere fumo da pompare nelle zucche vuote cui tu indichi la luna e loro ammirano estasiati il tuo dito, ridendo a comando come pappagalli ammaestrati: io non ci sto e al tuo compare, come a te, dico no invitandoti a cercare un bell'albero nel campo dei miracoli per appendervi tutti gli specchietti e le pietre colorate con cui vorreste comprare la nostra disperazione (o la nostra dabbenaggine). Non brucerò il mio abecedario che con orgoglio chiamo Costituzione della Repubblica italiana; per Natale, vi manderemo dal Senato e dalla Camera dei Deputati cartoline e luci colorate per addobbarlo: il bue (lombardo) e l'asinello (partenopeo) già stanno facendo pratica a palazzo Chigi, san Giuseppe ce l'abbiamo sta al Quirinale e, appena si sveglia l'Italia turrita (e statene certi che lo farà), saremo pronti a riempirci le narici e i polmoni del fresco profumo della libertà. Come nella primavera del 1945 e nell'estate del 1946.
© 2018 Testo di Claudio Montini
© 2018 Immagine di Orazio Nullo "Apocalypse knights night"

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