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martedì 31 luglio 2018

Italiani, brava gente???

Ma quando mai...!
di Claudio Montini

Invidiosi, meschini e pusillanimi: questo sembrano essere gli italiani secondo il racconto che fanno della nazione (?), paese(??), stato (???) che calpesta la penisola emersa dal Mare Mediterraneo, alcune centinaia di migliaia di millenni or sono. Più che un popolo, un coacervo male assortito o un'accozzaglia eterogenea e senza coordinazione costretta a stare unita (si fa per dire...) sotto una medesima bandiera, così come da ragazzini e da adolescenti fummo costretti a stare molte ore insieme in una stessa stanza, in uno stesso edificio, in una stessa città ad ascoltare e ripetere, come pappagalli ( gratificati o penalizzati a seconda della congruità delle nostre esibizioni), nozioni e informazioni che per molto tempo abbiamo considerato utili solo a risolvere le parole crociate o a rispondere ai quiz televisivi, in anticipo sui concorrenti di cui invidiavamo (tuttora invidiamo) la possibilità di stare davanti a una telecamera in diretta nazionale. Siamo, è triste doverlo dire e ancor peggio doverlo scrivere, un caravanserraglio di animali ben peggiori di quello che ispirò a Quinto Orazio Flacco il celeberrimo (solo per i cultori di lingue morte, ovviamente...) motto Homo homini lupus: siamo andati oltre il si salvi chi può, siamo approdati al Salvini ci giustificherà e la polizia non ci farà nulla, perchè la pensa come noi...a noi! eia,eia,eia...alalà! No, signori miei lettori carissimi, anche i Fasci di Combattimento nel 1922 e fino al bando di scioglimento dei partiti politici (nel 1925 o 1926), dicevano le medesime cose anche se non avevano internet e i social network: gli bastava il manganello, l'olio di ricino, la benzina, anche le mani nude e un agguato ben preparato; se avessero avuto più automobili, avrebbero adoperato anche le uova e i pomodori: bastava, così come è sufficiente oggi, metter paura alla brava gente e farla nascondere. Pure il fascismo era bravissimo a coniare e diffondere slogan e nascondere la polvere sotto il tappeto: temo che oggi quella polvere, troppo spesso bianca e ricca di alcaloidi e altre molecole psicotrope, finisca nelle narici di teppistelli e stronzetti di buona famiglia che si divertono a farsi beffe di chi ancora crede nella forza di volontà, nella lealtà, nel buon senso pratico e nell'onestà che, sulle bocche di certi ultras pseudopolitici, suona come una bestemmia.
© 2018 testo di Claudio Montini
© 2018 Immagine di Orazio Nullo "Bitter goblet"

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