di Claudio Montini
Il cuore vorrebbe sempre essere altrove, questo è un dato di fatto, a fare comunque il suo mestiere fino a che qualche accidente esterno non ne interrompa il ritmo. Anche quando la più grande gioia lo invade. La testa no, la testa è ingannatrice: se soffre non te lo dice e, quand'anche lo faccia, è tardi per rimediare o, persino impossibile provarci; mescola troppo sovente paura e illusione, fede e ragione, sentimento e infatuazione tanto da non saper più cogliere la differenza tra una truffa da quattro soldi e una buona occasione: eleva castelli in aria, disegna schemi e percorsi sull'acqua o sulla sabbia in riva al mare e basta un'onda anomala del destino a spazzare via tutto. Complice la memoria, genera dubbi e mostri che non puoi dominare: dunque, lascia che sia l'istinto di sopravvivenza, lo stomaco e la fame sua degna compare, a indicare la rotta da seguire, a portarti la dove si possono saziare e rimpinzare sensi e tasche vuote cogliendo quei successi che la tua preparazione, da sola, non basta a farti meritare. Io rimando i sogni a domani: sono troppo stanco per inseguirli, sono troppo vecchio per crederci ancora; ho sottovalutato la mia gioventù e ora pago, col rimorso del tempo perduto, con la mediocrità tutte le potenzialità che non ho espresso seguendo il pensiero dominante e non ciò che sentivo dentro. Oh sinapsi, mie sinapsi vi lascio libere di cedere al delirio onirico che precede l'alba della maturità.
(c) 2017 Testo di Claudio Montini
(c) 201 Immagine di Orazio Nullo "Reading chain reaction" - Atelier des pixels collection
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