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venerdì 28 aprile 2017

Yves Montand Bella Ciao


Fuori tempo massimo
di Claudio Montini

Il giorno in cui si dovrebbe festeggiare san Marco evangelista, l'Italia si mette il vestito della festa e la fascia tricolore per ricordare la fine di una guerra civile, combattuta senza quartiere e senza pietà in coda un conflitto mondiale perduto perchè schieratasi dalla parte sbagliata. Certo, chi vince ha sempre ragione e sulla base di questo assioma si arroga anche il diritto di scrivere la Storia: peccato lo faccia intingendo la penna nel sangue della gente comune, cioè di coloro che tengono cara la pelle e si arrabattano per riempire la pancia troppo spesso vuota, finendo per fare scelte di campo quasi mai dettate dalla ragione, dalla morale, dalla tensione ideale. Il grande Totò, quando scrisse " 'A livella", pensava proprio alla morte come pareggiatrice di tutti i conti, alla morte che spoglia nobili e villani dei loro gradi come dei loro stracci, partigiani e fascisti delle loro divise e delle rispettive armi, affinchè i vivi e i posteri che l'avessero ascoltata mettessero da parte l'orgoglio e la meschinità per quei tre giorni che dobbiamo stare al mondo, onde vivere in pace la breve parentesi che ci è concessa in questa valle di lacrime. Non si sa, o almeno io non so, chi e come abbia composto il testo di " Bella ciao" assunto come canto per eccellenza dei partigiani italiani e della loro epopea riguardante la lotta contro le truppe naziste (in ritirata) e fasciste della Repubblica di Salò loro alleate; la melodia pare risalga a tradizionali canti popolari di mondine del XIX e XX secolo; forse è addirittura un canto di emigranti, come Yves Montand (al secolo Ivo Livi da Monsummano Terme, Pistoia), che in questo video registrato negli anni '60 del secolo breve ne da una interpretazione minimalista ed esistenzialista, tipica del periodo, ma notevolmente efficace perchè pulita e scevra da qualsivoglia prurito retorico, celebrativo o commemorativo: è come un bicchiere di acqua fresca in una assolata giornata di luglio e restituisce la forza che doveva trarne chi, cantandola magari sottovoce,  marciava con l'anima in spalle e l'artiglieria col colpo in canna tra le braccia sognando di fare l'amore in un mondo di pace, senza più fame e senza più guerra.  

(c) 2017 Testo di Claudio Montini
Video condiviso da youtube.com (caricato da Istvan Piroth nel 2014)

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