Così l'Italia dalle urne parlò...
di Claudio Montini
Chi semina vento, raccoglie tempesta: l'errore strategico di comunicazione posto al principio della sua esperienza come presidente del consiglio dei ministri, unito anche e non solo allo scippo maldestro di poltrona al proprio compagno di partito e di primigenia fede politica (in fondo, erano entrambi democristiani di quell'area di osmosi tra i dorotei e i fanfaniani), è costato caro a Matteo Renzi segretario del Partito Democratico ed ex sindaco di Firenze. Tali erano i titoli che poteva e può vantare, oltre alla laurea e al battesimo, poichè non era nemmeno stato eletto in parlamento ed era privo di legittimazione popolare: ma, ad essere onesti, nemmeno Mario Monti e il suo scellerato ministro dell'economia che continua imperterrita a insegnare all'università, Elsa Fornero, sfornando così quadri dirigenti altrettanto incapaci e ottusi, godevano della benedizione delle urne elettorali pur avendo il beneplacito degli eurocrati e degli europlutocrati. In Italia, il successo si invidia e si paga scontandolo come fosse una pena, non basta distribuire favori e belle parole a vagonate, slogan roboanti e spiccioli per tirare a fine mese o pagare una bolletta in più. Matteo Renzi si è dimesso dall'incarico e probabilmente rimarrà fino all'approvazione della legge di bilancio; l'Europa metterà di nuovo il becco nei nostri affari, come ha fatto con la Grecia; Berlusconi proverà nuovamente a turlupinare gli italiani mentre Grillo e Salvini lo fanno già da tempo e con maggiore, apparente, successo. L'Italia ha detto "NO" al maldestro tentativo piegare la costituzione della repubblica ad uso e consumo di chi, per merito o per fortuna (Napoleone voleva generali non solo capaci ma anche fortunati), si trova sul ponte di comando e nella stanza dei bottoni (poco importa se costui ha le membra e la bocca comandati da fili d'acciaio manovrati da figure losche e lontane e inconoscibili e che, per giunta, parlano straniero); l'Italia ha dimostrato una volta ancora di non avere la memoria così corta come vorrebbe far credere, ma anche di essere piuttosto dispettosa nei confronti dei venditori di fumo e di diapositive multicolori capaci di esaltarsi per decimali di percentuale positivi, pronti a ignorare che comunque quegli scostamenti non hanno scalfito la gravità del problema; l'Italia ha chiaramente detto che non ha bisogno di ritoccare la propria costituzione repubblicana nata dalle macerie e dal sangue di una guerra civile e fratricida: infatti, ha detto a chiare lettere che ha bisogno di una nuova classe politica perchè quella attuale, compresi i nuovi arrivati, è guasta e arruffona e ingorda e miope tanto da cercare pagliuzze negli occhi altrui senza ammettere di avere travi nei propri ma lesta ad arraffare prebende e privilegi e a prendere tempo per maturarli. L'Italia, domenica 4 dicembre 2016 ha detto che è stanca e ha capito che una matita, una scheda e un'urna elettorale sono ancora armi efficacissime a scuotere gli scalda scranni di Montecitorio. Viva l'Italia, l'Italia che non ha paura!!
(c) 2016 Testo di Claudio Montini
(c) 2016 Immagine di Orazio Nullo
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