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domenica 16 ottobre 2016

A teatro, realtà e sogno convivono beate: viva il teatro!

Palcoscenico magico

di Claudio Montini

Una serata a teatro non può lasciare indifferenti:cambia la percezione della vita intera e della tua missione su questa terra, anche se stai in platea o su nel loggione. Ieri sera sono stato al teatro Cagnoni di Vigevano (Pavia, ancora per poco...), accompagnavo mio nipote Gabriele che faceva parte della giuria popolare del premio Città di Vigevano (unico ragioniere tra altri ragazzi scelti tra le varie scuole superiori di Vigevano e Mortara), inserito nel novero di manifestazioni previste per la 15° Rassegna Letteraria Città di Vigevano il cui tema era "La realtà vince il sogno?"; per la cronaca ha vinto Simona Vinci (La prima verità, Einaudi) superando Andrea Tarabbia (Il giardino delle mosche, Ponte alle grazie) e Maurizio Maggiani (Il romanzo della nazione, Feltrinelli); sempre per la cronaca, è stato assegnato a Marco Paolini, attore e drammaturgo e scrittore esponente del cosiddetto teatro di impegno civile, il premio alla carriera e ha brillantemente intrattenuto il pubblico con un'assaggio del suo nuovo lavoro; ma io ho assistito. complessivamente, a uno spettacolo piacevole, semplice, pulito e ordinato, dal ritmo serrato e preciso come un'orologio svizzero, quasi magico perchè ha dato volto e voce e carne e ossa a tre autori, a tre scrittori, a tre produttori di cultura che hanno esposto, con naturalezza e senza altezzosità corporativistica, le ragioni e le essenze dei loro lavori riscuotendo un'attenzione altissima e partecipata del pubblico che ha gremito la sala, i palchetti e il loggione. Merito di Bruno Gambarotta che ha condotto la serata con ironia e garbo squisitamente sabaudo e d'altri tempi, merito della bella prova di lettura di Martina De Santis (cimentatasi con passi scelti dai tre libri finalisti), merito di questo teatro d'impostazione tipicamente tardo ottocentesca, col praticabile di legno scuro che mostrava con orgoglio tutte le sue tavole e i suoi anni e l'arredamento che proiettava, chiunque ne avesse varcato la soglia così come chi si trovava sul palcoscenico, in un altra epoca meno frenetica ma assai più elegante, ricca di teste pensanti e non zucche vuote, di buone maniere (su tutte, aspettare che l'altro finisca di parlare prima di replicare oppure obiettare); merito di chi, da quindici anni, si sbatte per organizzare una rassegna letteraria nell'ex capoluogo italiano della calzatura. Peccato che non ci fosse una telecamera di Telepavia, o di Telelombardia o VideoNovara o della RaiTGR Lombardia. Possibile che la cultura faccia così ribrezzo o paura? O forse temono la televisione e il giornalismo in senso lato che, inducendo a pensare con la propria testa, essa potrebbe distrarre dai consigli per gli acquisti il popolo bue?

Ai posteri l'ardua sentenza.

(c) 2016 Testo di Claudio Montini
(c) 2016 Immagine Google Images Database 

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