di Claudio Montini
Finalmente ci siamo arrivati; certo, qualcuno ce lo siamo perso per strada e la cosa ha reso amari molti giorni trascorsi ad aspettare questi momenti, oppure pochi e pochissimi perchè il fatto è ancora recente e bruciante; certo, si dice che sia una ruota che gira, ma sembra sempre più facile accettarlo quando è la ruota altrui a girare; certo, ora ci spremeremo le meningi per formulare i migliori propositi e i più calorosi auguri per il nuovo anno che, tra pochi giri di lancette o orbite del globo terracqueo intorno alla sua nana gialla, ci avviamo a misurare e a vivere nell'attesa che termini a sua volta.
In fondo, Lucio Dalla mica si sbagliava cantando che la vera novità dell'anno che verrà fosse quella per cui, tempo dodici mesi, sarebbe passato anche lui senza sciogliere i nodi e le controversie che aveva incontrato alla sua nascita.
Suggeriva, il piccolo grande bolognese, di ricorrere alla lucida follia dei poeti per sconfiggere la malinconia elencando una serie di assurdità e di banalità elevate a miracoli quotidiani, ovvero a inventarsi sogni di libertà e di rock and roll per riderci sopra, per continuare a sperare, fossero anche solo slogan dettati dalla televisione in nome e per conto della trasformazione a lungo attesa.
Eravamo alla fine degli anni '70 del secolo breve, il XX; doveva essere solo una canzonetta confinata in un disco di vinile: invece, no! L'abbiamo presa sul serio, l'hanno presa sul serio e noi che amiamo riascoltarla, oggi con gli occhi velati di nostalgia per la gioventù, non abbiamo capito proprio nulla stupendoci della sua attualità.
Chi si è succeduto al potere non ha fatto altro che ripetere e dare corpo al contenuto de L'ANNO CHE VERRA' usando proprio la televisione per ammansirci, anestetizzarci, uniformarci e distoglierci dall'uso del buonsenso, del raziocinio, dell'intelletto e del cuore in genere.
Quel che è ancora peggio, è il fatto che la medesima azione è stata pervicacemente e proditoriamente portata avanti anche da coloro che al potere non ci sono arrivati, ergendosi comnunque a difensori di diritti e a paladini del dissenso organizzato; perchè la tavola, o la greppia o il trogolo, cui approvigionarsi non viene accaparrata totalmente da chi sta nella stanza dei bottoni e qualche bocconcino mica male arriva anche all'opposizione, oltre alle briciole che giammai cadranno a chi sta sotto alla tavola stessa.
Infatti ci accontenteremo anche nel 2016 di promesse, di dichiarazioni vive e vibranti, di solenni impegni buoni a imbrattare d'inchiostro la carta che, per risparmiare i pochi soldi che saremo riusciti a non farci rubare, useremo per andare in bagno a esprimere il nostro parere sull'anno trascorso e sui potenti attuali.
Metteremo altri sacchetti di sabbia e inferriate alle finestre e allarmi elettronici, aspettando asserragliati che qualcosa cambi ma astenendoci dal prendere iniziative.
(c) 2015 Testo di Claudio Montini
(c) 2014 Foto di Orazio Nullo "Time sentinels"
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