La Storia è ancora maestra di vita: basta leggerla...
Dario Fo
C'e un re pazzo in Danimarca
Ed. Chiare Lettere
di Claudio Montini
Quando uno sa fare bene il
suo mestiere e si limita a fare quello, a chiunque viene automatico e
naturale levarsi il cappello e rendergli omaggio, tributando al
frutto del suo ingegno il rispetto dovuto alle sue opere d'arte.
Questo C'E' UN RE
PAZZO IN DANIMARCA di Dario Fo, edito da Chiare Lettere nella
collana Narrazioni, è una lettura estremamente piacevole, rilassante
e divertente innanzitutto per il registro linguistico, lessicale e
sintattico adottato; poi per il ritmo brioso e vivace della prosa;
infine per le invenzionidi
sceneggiatura che danno volto e voce e corpo ai personaggi storici
che animano la vicenda che si svolge durante il ventennio finale del
XVIII secolo, quello in cui germinano i semi del secolo dei Lumi e
sboccia il lungo secolo della modernità che sfiorirà con lo scoppio
della Prima Guerra Mondiale.
L'espediente
della lettura e della rielaborazione di antichi manoscritti, tanto
caro a tutta la tradizione del romanzo storico da Horace Walpole a
Walter Scott fino ad Alessandro Manzoni e Umberto Eco, viene superato
e sublimato dando ai testi ritrovati la forma del diario personale
mettendo così, lettore e autore, negli occhi degli estensori che
rileggono quanto appuntato, di volta in volta, ma anche (qui emerge e
risiede la maestria di Dario Fo) ricostruendo dialoghi e sensazioni e
vicende accadute sulla scorta delle informazioni storicamente
disponibili.
Tuttavia,
non è un saggio storico e nemmeno un romanzo d'appendice, nel senso
ottocentesco del termine: è un bellissimo esempio del modo più
piacevole di conoscere il passato, attraverso un racconto che
intreccia ideali politici e filosofici universali fondamentali della cultura europea contemporanea con la passione
amorosa e la lotta per la conquista e la conservazione del potere e
dei suoi privilegi.
Si
impara, con questo libro di Dario Fo, che la libera circolazione
delle idee, la conoscenza della realtà e l'esercizio della ragione
applicata ad essa sono l'unica rivoluzione possibile e duratura
sebbene non indolore e non incruenta, data la fine che tocca ad
alcuni protagonisti del romanzo.
L'indagine
di Jacopo Fo, figlio di Dario e Franca Rame, sui re danesi della fine
del XVIII secolo nello sguardo del premio Nobel per la letteratura
nel 1997, coadiuvato nella redazione da Chiara Porro e Jacopo Zerbo,
svelando come la Danimarca sia divenuta uno Stato moderno attraverso
la concretizzazione degli ideali illuministi (abolizione della
tortura, concessione della libertà di stampa, abbattimento dei
privilegi di casta, promozione della cultura e dell'istruzione), si
trasforma da pagina di storia a favola vera, arricchita anche dalle
illustrazioni disegnate e dipinte (copertina compresa) dallo stesso
Dario Fo con la collaborazione di Jessica Borroni, Michela Casiere,
Sara Belloli e fotografate da Luca Vittorio Toffolon.
E' una
favola, ma non è pedagogia espressa in parole povere: bensì, è un
suggerimento, un monito, una intuizione metodologica per tutti coloro
che vogliono cambiare e migliorare le cose, il mondo e la vita che
gli gira intorno: conoscenza diretta, studio ed elaborazione,
circolazione e confronto e condivisione delle idee e, infine, la loro
messa in pratica uscendo dai canoni stabiliti con il coinvolgimento
consapevole dei sottoposti.
La
rivoluzione è una evoluzione, una maturazione, uno sviluppo teso a
conservare la vita e il benessere dell'intera società umana:
altrimenti è la folle dittatura di una minoranza invasata e miope e
disgustosamente arrogante, così come gli avvenimenti accaduti nei
secoli successivi a quello in cui è ambientato C'E' UN
RE PAZZO IN DANIMARCA di
Dario Fo (ed. Chiare
Lettere,
2015, pagg. 150, euro 13,90) dovrebbero aver insegnato al mondo
intero.
Testo:
©
2015 Claudio Montini
Foto:
©
2015 Orazio Nullo
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