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giovedì 21 marzo 2013

Ottava puntata - Ci sono due modi per fare le cose

Alla ricerca della pietanza perduta    di Parmigiano Gionata & Bruno Speck

Se il metodo d'indagine della avvenente e garbata dottoressa, lo riportava ai tempi spensierati della prima giovinezza, in cui si barcamenava tra l'epistemologia socratica e il calcolo infinitesimale cartesiano, incalzato da Cicerone e Cesare pugnace in trasferta e in casa, l'autopsia delle sue abitudini alimentari, punteggiata da espressioni del viso eloquenti quant'altre mai e dalla meticolosa raccolta di appunti, lo costringeva a fare i conti anche con la sua storia personale da cui non era scevra la sfinge che l'aveva accompagnato.
Tra le tante presunzioni di cui quest'ultima faceva vanto, v'era quella di non essere colpevole di nulla ma di fare del suo meglio per far sì che ciò che piaceva a lei andasse bene anche a lui: eventuali obiezioni e suggerimenti erano puntualmente rispediti al mittente, sulla falsariga dell'espressione " nella mia cucina comando io, se non ti sta bene, il frigo è pieno di roba arrangiati...dopo tutta la fatica che faccio!"
Pertanto la sua presenza era impostata sulla modalità attesa al varco, soltanto per stroncare sul principio eventuali bizzarrie gastronomiche o alimentari, tipo condimenti strani o prodotti biologici alternativi; la pietanza perduta o esotica non avrebbe avuto lunga vita nella sua cambusa, alla faccia degli sforzi di lui di impostare le cose tra loro sulla base della reciprocità e della democrazia.
Ci sono sempre due modi per fare le cose, nella vita: farle come le stiamo facendo e farle meglio, magari accettando che nell'obiezione altrui ci possa essere un fondo di verità, cioè quella briciola di buonsenso che, tolti paraocchi e tappi dalle orecchie, ci faccia trovare la soluzione vincente al problema.
Un cambio di atteggiamento spesso porta frutti duraturi e consente di abbandonare abitudini, comode in quanto tali, che sono deleterie e devastanti.
Lui aveva provato a suggerire l'adozione di una dieta che aveva dato ottimi risultati proprio ai tempi del liceo, ma la proposta era caduta nel vuoto: la ricerca di una soluzione interna era fallita, campanello d'allarme inascoltato per tutta un'altra serie di cose relative al loro rapporto di coppia. 
Ma questo, come mi ha fatto notare Bruno, esula dalla nostra missione alla ricerca della pietanza perduta: la quale non esiste, come ha spiegato ai due bipedi con semplicità e chiarezza, la bella e brava dottoressa nel momento in cui ha compilato una serie obbiettivi da acquisire e migliorare in vista della visita di controllo successiva, unitamente a un programma alimentare di massima affatto stringente.





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