Ai posteri l'ardua sentenza...
di Claudio Montini
Siamo giunti all'epilogo di una stucchevole manfrina: abbiamo finalmente un governo che ha giurato nelle mani del capo dello stato, il quale oggi ha ricevuto il plauso di quella maggioranza silenziosa che tira a campare, nonostante sia regolarmente munta e calpestata e ignorata dalla classe intellettuale (giornalisti, opinionisti, editorialisti, tiratori scelti di stupidaggini e cretinate varie, ospiti fissi di studi televisivi e tavole più o meno rotonde ben sorvegliate da telecamere in diretta nazionale e web). Certo, questa compagine eterogenea di aspiranti statisti non ha ancora avuto il legale suggello della fiducia parlamentare ma pare già pronta a spianare montagne, far fiorire deserti e fare scorrere fiumi di latte e miele anche la dove si muore di immondizia e povertà e criminalità. Qualcuno tra di loro parla già da stupido, come si usa dire al mio paese, per altro già sconfessato e dissociato fin dal suo stesso capopartito, almeno lui, ben conscio delle gambe dalle ginocchia di cristallo e dai piedi d'argilla di questa chimera generata dal fascismo dal volto umano, vera novità del terzo millennio italico. Infatti questo attivismo verboso dei due principali attori, unito allo starnazzare scomposto e isterico dei comprimari ridotti non solo in minoranza (teorica, poichè i cosiddetti franchi tiratori mica si sono estinti in parlamento...), fa risuonare sinistramente (l'avverbio qui non ha nulla a che vedere con la politica) nella mia testa quella frase pronunciata dall'onorevole Benito Mussolini nel 1922 al momento di presentarsi come presidente del consiglio incaricato, dopo la marcia su Roma e con già ben chiaro in mente il colpo di mano del 1924, la rivoluzione democratica e "fassista": "...avrei potuto trasformare quest'aula in un sordido bivacco di manipoli...". Sono quasi certo che l'abbiano pensato anche Luigino e Matteuccio quando nonno Sergio li ha rispediti a calci nel sedere a casa a fare per bene i compiti e smetterla di fare i capricci, cavando fuori dal cassetto il progetto di Mastro Cesoia Cottarelli che, pur sfiduciato, sarebbe riuscito a fare spazzatura e a smaltire opportunamente tutte le frottole con cui costoro hanno abbindolato gli italiani ma non gli investitori stranieri nè la finanza internazionale. Sembra che diano per scontato l'esito positivo del voto di fiducia nei due rami del Parlamento, come se quest'ultimo fosse un'appendice obsoleta della stanza dei bottoni nella quale si trovano ora a gongolare. Piaccia o non piaccia, il mondo intero è a sovranità limitata giacchè le sorti di ogni popolo su questo pianeta è nelle mani di coloro che sanno coltivare, far crescere, riprodurre, scambiare e lievitare, nelle proprie tasche, il denaro e le materie prime per mezzo delle quali si perpetua il benessere che per pochissimi è ricchezza, per tanti è sopravvivenza e per troppi un miraggio o un sogno irrealizzabile. Nel frattempo siamo riusciti a celebrare l'ennesima festa della repubblica italiana: per quanto ancora riusciremo a farlo? Ai posteri l'ardua sentenza.
© 2018 Testo di Claudio Montini
© 2015 Immagine di Orazio Nullo "Tribute to the soldiers"
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