Buonanotte al seggio
di Claudio Montini
Era troppo bello per essere vero: rimettiamo in soffitta l'indignazione e il "Turiamoci il naso e andiamo a votare" di montanelliana memoria, quando il giornalismo politico era ancora una cosa seria e non un megafono messo in mano a leccaculo seriali; sarebbe ora di aprire gli occhi, di toglierci le fette di salame da 80 euro dagli occhi, prendere la mira con cura quando decidiamo di sparare cazzate o distribuire biglietti di sola andata per Vaffanculopoli: ovvero, nello stesso istante in cui ripetiamo a gran voce l'invito del predicatore di turno, poniamoci l'interrogativo riguardo a chi dovrebbe essere il sostituto o che cosa si sarebbe fatto al posto del defenestrando o, meglio ancora, proviamo a enucleare un pensiero o una bella idea se non un piano vincente e alternativo da proporre e non solo anteporre oppure opporre. Insomma, smettiamola di delegare ad altri il compito di pensare con la nostra testa, solo perchè legittimati da un'urna o da una votazione pagata due euro oppure, non avendo il problema di combinare il pranzo con la cena, possono permettersi di pontificare e sproloquiare a piacimento nel crogiolo delle vanità e delle falsità, virtuali fin che si vuole care le mie anime belle, ma capace di far danni anche nel mondo reale. L'accordo tra i Tre Porcellini, il Grillo Sparlante, il Grande Fratello e Pinocchio da Fiora è saltato, si è spezzato, è stato disatteso, cancellato annullato nel segreto dell'urna di quel parlamento che avrebbe dovuto essere smembrato e addomesticato dalla riforma mancata e monca: lo spirito di Montecitorio, o meglio, la maledizione di Montecitorio, il fantasma del Transatlantico di Montecitorio (così si chiama il corridoio enorme, come un salone delle feste che consente di raggiungere l'aula dove si vota, la sala stampa e la bouvette dove gli affannati onorevoli possono ristorarsi dalle fatiche del pigiar bottoni e scambiarsi opinioni, favori e chissà cos'altro...non a caso lo chiamano anche il corridoio dei passi perduti), anzi, i fantasmi della prima Repubblica (ma quando mai è cominciata la seconda?), si sono materializzati in un manipolo cospicuo di cosiddetti "franchi tiratori" che hanno affossato, affondato, annullato, mandato a picco, respinto con ghigno sdegnoso il progetto di legge elettorale ricopiato sul modello vigente da decenni, e in ottima forma, nella Repubblica Federale di Germania. L'azione condotta con sprezzo della Patria che riempie loro le tasche da costoro che fatico a chiamare "onorevoli", tanto quanto quelli che pontificano senza vergogna per far vedere che esistono al proprio padrone di partito, squalifica oltremodo tutta la classe dirigente politica italiana che vorrebbe candidarsi alla guida della Nazione: non sarebbero nemmeno capaci di condurre un'assemblea di condominio o un consiglio scolastico a livello di scuola materna poichè, nonostante l'età e gli studi, hanno dimostrato di comportarsi come gli alunni di quest'ultima. Alessandro Pavolini, eminenza grigia del fascismo e ministro per la cultura popolare, fece scrivere sui quaderni dei balilla alcune frasi significative, dei "memento", che lessi su un sussidiario dell'ultimo anno delle scuole elementari che ho frequentato alla fine degli anni '70: oltre a "si serve la patria anche facendo la guardia a un bidone di benzina" (cosa che ho fatto una decina di anni dopo), c'era "Non ti lamentare del governo, perchè è quello che hai voluto anche tu". Da trentatre anni posso votare i miei rappresentanti al parlamento, dove si legifera e si dirige lo stato: voglio continuare a farlo e, pertanto, chiedo che la smettano di fare pagliacciate altrimenti il mio voto andrà all'Union Valdotaine o al SudTiroler Volkspartei o a una di tutte quelle liste sconosciute che fioriscono sui tabelloni elettorali come i funghi nel sottobosco per le piogge autunnali o primaverili. Vorrei, ma rimarrà un sogno di inizio estate, che gli italiani abbiano il coraggio di scriverlo sui social di cui paiono essere assidui frequentatori, commentatori implacabili, algidi e rigidi censori di comportamenti altrui; vorrei che questo intento mio lo mettessero anche in pratica tutte le volte che saranno chiamati a esprimersi con una matita e una scheda elettorale; vorrei vedere pagare chi sbaglia e sentire che ha perso e ha sbagliato e, dunque, si ritira a fare un'altro mestiere. Sognare in fondo non costa nulla: buona notte e buona fortuna, Italia!
(c) 2017 Testo di Claudio Montini
(c) 2017 Immagine di Orazio Nullo "Good Luck and good night Italy"
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