LES ITALIENS: IL GRADITO RITORNO DI UN FUORICLASSE
di Claudio Montini
Enrico
Pandiani
UNA PISTOLA COME LA
TUA
Ed. Rizzoli 2016
Le logiche che regolano la vita di una grande casa editrice, o
presunta tale, sono spesso inconoscibili e contraddittorie: la gente
comune, il popolino, gli utenti, i fruitori,i consumatori (come
veniamo definiti con un grado variabile di benevolenza, dagli addetti
ai lavori, noi che ne finanziamo e giustifichiamo l'esistenza) pensa
che esse siano dettate da una miscela di coraggio, intelligenza
estetica e acume commerciale perchè non si tratta solo di produrre e
vendere cultura ma anche di formare, orientare, creare una moda o uno
stile o una opinione collettiva. Quando, però, si ha a che fare con un fuoriclasse, un talento
superiore alla media, un fenomeno capace di congegnare storie che
funzionano anche in un'altra lingua diversa dall'italiano (per
esempio il francese e un'editore transalpino le pubblica e poi accade
che si metta in moto la macchina che ne trarrà una serie televisiva
in una coproduzione internazionale) allora metti da parte l'allergia
italica alla serialità (affatto intesa nel senso della pedissequa
ripetizione, sebbene il rischio sia sempre in agguato) e spedisci in
campo, o nella mischia se preferite, il gioiellino talentuoso con la
sola missione di fare ciò che gli riesce meglio nel modo che ritiene
più opportuno.
Rizzoli, editore, ed Enrico Pandiani,
autore, in UNA PISTOLA COME LA TUA (2016) si comportano
esattamente così, consciamente o inconsciamente: Enrico indossa la
sua divisa migliore o quella a lui più congeniale, quella che lo
mette a proprio agio e stimola la vibrazione delle corde migliori
dell'artista e del professionista consentendogli, l'editore, di
giocare la partita come più gli piace e come a pochi riesce, ovvero
divertendosi e divertendo, vale dire componendo un concerto grosso
per orchestra ritmica moderna in cui ogni sezione della stessa trova
il suo posto, la sua valorizzazione, la sua ragion d'essere
indispensabile e utile a tutte le altre.
Un regolamento di conti tra banda rivali con salutare scambio di
artiglieria leggera, caduti sul campo e inseguimento (vano) dei
sicari, consente al commissario Pierre Mordenti della Brigade
Criminelle della Police Nationale di scoprire un efferato omicidio
perpetrato ai danno di una potente e ricca imprenditrice edile,
cognata di un aspirante inquilino dell'Eliseo, a sua volta titolare
della più importante compagnia produttrice di armi di Francia per
giunta imparentato con il losco titolare di una impresa di servizi
ecologici, dedita allo smaltimento lecito o illecito di ogni genere
di rifiuti, poichè quest'ultimo ne ha sposato la figlia che ha fatto
perdere le sue tracce (portandosi appresso il figlioletto) poco prima
della data presunta dell'omicidio della zia. Dunque, ritrovare la giovane donna con annesso pargoletto dovrebbe
essere la missione e la mossa che metterebbe nella giusta luce le
tessere del rompicapo, dando loro una collocazione esatta fino a
comporre il quadro d'insieme; oppure, complici le implicazioni
politiche che turbano le alte sfere, servire a rimettere coperchio e
sigilli al bidone colmo di sostanze tossiche e nocive in cui sono
inciampati Mordenti, Les Italiens e il loro capo Patrick Le Normand:
infatti il blocco di granito in forma umana, ha uno scheletro
nell'armadio che è latitante con il proprio pargolo, protetti da un
misterioso ambiguo personaggio che si rivelerà essere colpo di scena
e chiave di volta, al tempo stesso, del buon esito di questa
avventura dei flics transalpini.
Infatti, il compito di Mordenti, Santoni, Coccioni e Servandoni sarà
quello di riportare a Parigi, sani e salvi, madre e figlio tra le
braccia del patron Le Normand che si rivelerà essere più umano del
solito e anche sfera (o ingranaggio, se preferite) inferiore
sottoposto al movimento e all'influenza di sfere ben più alte e
importanti: ovvero un pragmatico tecnocrate, stratega quanto basta ma
dotato di cuore e onore ben celati sotto la cotta di granito. Il commissario parigino compirà in pieno la sua missione portando
con sè il lettore in un viaggio nei suoi pensieri, nelle sue
riflessioni, nelle sue ansie, nei suoi batticuore mostrandosi per ciò
che è: ovvero un uomo che fa un mestiere che ama, in cui bisogna
avere fortuna e intelligenza e sensibilità ed esperienza per
riuscire; un mestiere che comporta rischi come tanti altri, in cui ci
sono altie bassi, in cui a volte ci si azzecca e altre si pigliano
cantonate come tutti i santi o dannati giorni che Dio, o chi per lui
ammesso che il cielo non sia pieno solo di nuvole, manda in terra.
Pandiani con UNA PISTOLA COME LA TUA non ci regala il
ritratto di un pistolero francese, in cui il romanzo termina quando i
caricatori sono vuoti, nè l'omaggio o l'affresco, stilizzato fin che
si vuole, della nazione la cui capitale egli considera come la sua
seconda casa e neppure spinge più avanti i limiti del romanzo noir,
come improvvidamente scritto nel risvolto della sovracopertina: lui
fa della buona letteratura perchè il romanzo, come forma di
espressione artisitica e narrativa, non ha avuto e non ha e non avrà
mai limiti che possano imprigionarlo. Esso è la rappresentazione dei sentimenti, delle reazioni, delle
idee che provano e sviluppano tutti gli esseri umani se posti di
fronte ai molteplici accidenti del gioco misterioso e senza
istruzioni che è la vita quotidiana e il suo divenire. Lo scrittore dalle due anime, torinese e parigina, con una eleganza e
una sapienza ormai magistrali, mescola azione e ironia con enfasi e
sintesi pittorica esprimendosi in un italiano schietto e semplice e
diretto, mai involuto o compiaciuto, capace di sostenere senza sforzo
tanto le parti ritmiche quanto quelle melodiche della partitura che
distribuisce con sagacia per la sua orchestra: il lettore, anche
quello prevenuto e imbevuto di categorie imposte dall'industria
editoriale (per agevolare il lavoro dei librai o l'ottusità degli
intellettuali autoreferenziali), dopo poche righe viene rapito dalla
bellezza del periodare, dal brio della trama, dal lessico essenziale
che riverbera comunque i colori necessari a vedere la scena sorgere
dalle pagine, tanto che rincorre i capoversi per giungere al termine
di ogni capitolo, tirare il fiato ed essere pronto in un amen a
ricominciare.
E' evidente che l'esperienza come traduttore di sè stesso (i primi
episodi della saga de Les Italiens sono stati pubblicati, in
lingua transalpina, presso le Editons Télémaque) abbia giovato allo
stile letterario di Enrico Pandiani, ancora di più migliorandolo e
maturandolo e dotandolo di nerbo e corpo che lo fanno stagliare
nettamente dai "padri nobili" del genere investigativo
poliziesco, quali Georges Simenon o Raymond Chandler piuttosto che sir
Arthur Conan Doyle, Rex Stout o mrs. Agatha Christie, senza
dimenticare Carlo Fruttero e Renato Olivieri.
A partire da LES ITALIENS (Instar Libri 2009),
TROPPO PIOMBO (Instar Libri 2010), LEZIONI
DI TENEBRA (Instar Libri 2011), PESSIME SCUSE PER UN
MASSACRO (Rizzoli 2012), LA DONNA DI TROPPO (Rizzoli
2013, il primo senza Les Italiens ma con una protagonista femminile,
Zara Bosdaves, ambientato in Italia), PIU' SPORCO DELLA NEVE
(Rizzoli 2015, secondo episodio "italiano" con Zara
Bosdaves) arrivando a questo gradito ritorno di una squadra di
fuoriclasse, come autore e protagonisti di UNA PISTOLA COME LA
TUA (Rizzoli 2016), si deve prendere atto di una affermazione
di uno "Stile Pandiani" in senso squisitamente letterario,
filologico e semantico che altro non è che la spia della vivacità
della letteratura italiana. Chi non conoscesse l'opera di Enrico Pandiani, è caldamente invitato
a colmare questa lacuna leggendo con passione e trasporto UNA
PISTOLA COME LA TUA e poi andare proustianamente a ritroso
affrontando PESSIME SCUSE PER UN MASSACRO e LES
ITALIENS, lasciando i due titoli che hanno per protagonista
Zara Bosdaves, investigatrice privata in Torino, poichè sono prime
tappe di un esperimento che, pur meritando di essere sviluppato,
necessita ancora di una ulteriore maturazione: non è così semplice
e nemmeno facile per l'uomo entrare in una donna, dopo esserne uscito
alla nascita, sebbene ci provi sovente ma mai dalla parte della
testa...
Comunque sia, dall'adolescenza in poi, UNA PISTOLA COME LA TUA
di Enrico Pandiani edito da Rizzoli, è un libro adatto a
tutti poichè i temi trattati sono di comune e stretta attualità,
scene di sesso esplicite non ve ne sono (la sapienza dello scrittore
si esplicita anche nello stimolare l'aggiunta dei particolari ad
opera della fantasia del lettore), quelle di combattimento o di
violenza o di morte sono ridotte all'essenziale senza indulgenza alla
truculenza gratuita, valendo anche in questo caso la maestria
dell'autore riguardo alla rappresentazione della sessualità.
Emerge nel finale, ma al lettore meno superficiale non sfuggirà
affatto la presenza sottotraccia, un messaggio pedagogico o, meglio,
un'auspicio sociologico affinchè si ritorni a cercare figure
autorevoli di riferimento e quelle istituzionalmente deputate a farlo
non si tirino indietro per paura di una constestazione, perchè il
tempo è un galantuomo e sa fare il suo mestiere assai più di quanto
pensino gli uomini: vale a dire che i padri devono tornare ad essere
tali e far sentire la propria presenza, non solo come effimeri
fornitori di materiale biologico per la perpetuazione della specie o
padroni ottusi del bastimento che, se mal governato, cola picco con
tutto il carico e senza scampo per ciurma e comandante.
Se la letteratura riesce a compiere questa missione intrattenendo e
divertendo, allora se ne può infischiare allegramente di etichette
astratte e fantasiose strategie di marketing editoriale perchè,
comunque vada, sarà un successo.
©
2016 Testo di Claudio Montini – foto di Google Images/rizzoli.eu
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