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giovedì 23 giugno 2016

La Fata Turchina metta in moto la macchina del tempo aiutata dai Depeche Mode


A ritroso nel tempo con la Fata Turchina e i druidi elettronici britannici

di Claudio Montini




Fata Turchina, con la bella faccia di Gina Lollobrigida, con una bacchetta argentata e la formula sillabata in rima baciata, fai l'incantesimo giusto e portaci indietro agli anni ottanta del secolo breve. Questo mondo che non riesce a stare più insieme, in cui un povero gode a vedere soffrire un'altro povero e non fa nulla per aiutarlo, in cui non conta chi sei ma quanto hai o quanto puoi spendere, in cui tutti voglio andare via o andare contro qualcosa ma non sanno nemmeno dove e perchè, pigliandosela con la prima cosa che gli capita a tiro e non può difendersi: tutto questo non mi piace, non lo sopporto, non lo voglio più. Sì, bella fatina: riportaci la dove abbiamo cominciato a sbagliare senza essere perdonati, senza passare dal via e ritirare le diecimila per mangiare un giorno (come avrebbero poi cantato gli Audio 2); riportaci a quei giorni che non finivano mai come le sigarette scroccate agli amici o i gettoni per sussurrare imperiture stupidaggini da un capo all'altro dell'Italia, che vinceva i mondiali di calcio e gli europei di basket ma si dimenticava ancora le bombe sui treni degli emigranti che tornavano a casa per le feste. Riportaci fatina alla nostra vecchia moneta e al profumo dei gelsi nei viali della mia città, all'odore dei dolci e alle canzoni da ballare che ascoltavamo dalle giostre prima che alla radio.Sì, bella fatina: riportaci la dove abbiamo cominciato a sbagliare senza essere perdonati, senza passare dal via e ritirare le diecimila per mangiare un giorno (come avrebbero poi cantato gli Audio 2); riportaci a quei giorni che non finivano mai come le sigarette scroccate agli amici o i gettoni per sussurrare imperiture stupidaggini da un capo all'altro dell'Italia, che vinceva i mondiali di calcio e gli europei di basket ma si dimenticava ancora le bombe sui treni degli emigranti che tornavano a casa per le feste. Riportaci fatina alla nostra vecchia moneta e al profumo dei gelsi nei viali della mia città, all'odore dei dolci e alle canzoni da ballare che ascoltavamo dalle giostre prima che alla radio; alle incognite sul futuro e alla lavagna, ai sogni di un ufficio sulla Luna e una villa con piscina in campagna dove spedire consorti e marmocchi, per spassarsela in Brasile o in Gran Bretagna. Ma sei invecchiata anche tu, prima di noi, e gli incantesimi non funzionano più, le tasche son vuote, le giubbe sdrucite: vedi anche tu cosa ci tocca inventare per continuare a sognare, per continuare ad aspettare, per continuare a vivere...finchè morte non ci separi!

(c) 2016 Testo Claudio Montini; 
 Video e foto condivise da youtube.com 

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