Parliamoci chiaro...una volta tanto!
di Claudio Montini
Caro
onorevole,
sebbene
io non abbia mai condiviso le sue opinioni e neppure le idee che
dovrebbero innervare e animare la formazione politica di cui lei è
esponente, dalle circostanze avverse e gravi e difficoltose in cui mi
trovo in questo periodo della mia esistenza mi vedo costretto a
importunarla con una richiesta d'aiuto non soltanto contingente e
materiale, non sono in cerca di elemosina una tantum, bensì di una
prospettiva di duratura collaborazione che rimetta in sesto le mie
tasche e mi dia la possibilità di guardare al futuro con dignitosa
speranza.
Sono
certo che a questo punto potrebbe anche aver smesso di leggere (anche
se dubito che lo faccia di persona, avrà certamente una persona
deputata a codesta incombenza cioè quella di filtrare e tenere ala
larga petulanti e questuanti di qualunque risma e genere); tuttavia
coltivo la segreta speranza, come è noto che sia l'ultima a morire,
che lei o chi ne fa le veci seguiti a scorrere queste righe senza
pregiudizi di sorta.
Sono
nato nel 1966, ho preso la maturità scientifica nel 1985 ma per
problemi familiari non sono ho proseguito gli studi. Dal 2012 mi
trovo in stato di disoccupazione e, dal momento che ora siamo nel
2016, non ho più diritto agli ammortizzatori sociali previsti dalle
vigenti leggi che, come lei dovrebbe sapere meglio di me, sono state
pensate da inguaribili ottimisti perchè aiutano per pochi mesi, con
importi scarsi e procedure lente nell'accesso (e nell'erogazione) ma
lestissime a interrompere il sussidio se si trova qualcosa da fare
anche di breve durata.
L'attuale
congiuntura economica del nostro Paese, al di là dei proclami e
delle azioni di propaganda, non è delle migliori e ha fatto emergere
le storture e l'anarchia in cui versa il mercato del lavoro, sempre
che di mercato si possa ancora parlare.
Per
parte mia, ho inviato curriculum vitae a a destra e a manca per via
cartacea e per via elettronica senza ricevere uno straccio di
risposta; la stessa condizione l'ho vissuta con gli enti preposti
all'impiego il cui silenzio e la cui impotente assenza gridano, a mio
parere, già da sè vendetta al cielo; potrebbe dirmi di rivolgermi
ai privati, leggi agenzie di lavoro interinale che sono ancora più
irraggiungibili delle agenzie istituzionali: sembra che il massimo
che possono fare è raccogliere dati personali da riprocessare o da
rivendere, per il resto silenzio su tutta la linea.
Ho
cinquant'anni, sono sposato (e meno male che mia moglie lavora!),ho
un mutuo per la casa che scadrà nel 2031 e ho esaurito risparmi e
risorse; non ho più santi a cui rivolgermi nè porte a cui bussare e
ho bisogno di lavorare e incassare uno stipendio, per recuperare
almeno ua briciola di dignità.
Ecco
perchè mi sono risolto a scriverle: voi dite sempre che pensate agli
italiani, al bene dei cittadini, che lavorate e lottate per noi
poveracci...ecco io non ci credo più!
Anzi,
sono addirittura convinto che lei non sia nemmeno giunto a questo
punto della lettera: perchè, tanto le sue che sbraita davanti ai
microfoni quanto le mie che ho scritto fino a qui e anche quelle che
seguiranno, sono parole al vento e vale la regola di sempre, ovvero
italiani arrangiatevi.
Io
non so più come fare per tirare avanti; la sola cosa che mi riesce
meglio è scrivere e, dunque, vorrei mettere questa mia capacità a
disposizione del suo partito purchè il partito faccia qualcosa per
me: mi dia o mi trovi un lavoro, un'occupazione stabile o un impiego
per cui io possa fare fronte agli impegni della vita quotidiana con
dignità.
Non
mi venga a dire che il partito non è un ufficio di collocamento, o
un'associazione filantropica o un carrozzone diretto al paese dei
balocchi: non offenda la sua e la mia intelligenza, per cortesia! Io
mi offro come soldato semplice per il vostro partito e sono certo che
con tutte le conoscenze, le entrature, le connivenze (perchè
negarlo?) di cui dispone in quanto tale qualcosa per ripagare il mio
impegno d'anima e corpo sia perfettamente in grado di farlo saltare
fuori.
Nessuno
fa niente per niente, nemmeno i cani abbaiano per nulla: così dicono
al paese in cui sono diventato un uomo; un uomo che ha bisogno di
lavorare ma che ha smesso di credere a molte cose, ma non alla
capacità della politica di risolvere i problemi dei cittadini: cosa
che, volendo cavillare, è anche insita nell'etimo della parola
stessa.
Io
penso e scrivo perchè sono in pochi ad ascoltarmi: posso pensare e
scrivere per voi, per il vostro partito, per spiegare le vostre idee
e le cose del mondo con uno stile che arrivi con estrema semplicità
alle persone, alla gente, alle anime semplici che da sempre sono
quelle che poi fanno la fortuna di manovratori e condottieri a tutte
le latitudini.
Buon
lavoro e mi perdoni per il disturbo.
(c) 2016 Testo: Claudio Montini
(c) 2012 Foto: Google Images Database
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