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sabato 26 settembre 2015

Il vecchio continente dei bottegai rimane a guardare

     


Non c'è più tempo da perdere














di Claudio Montini

 
Non abbiamo più tempo da perdere: se vogliamo salvare la vita sul pianeta Terra, dobbiamo usare più energie rinnovabili e liberarci dalla schiavitù dei combustibili fossili: se ne è resa conto anche la Cina!
Ma attenzione: il gigante asiatico, il vero gigante economico mondiale, non ha invertito la rotta per amore del pianeta e dei suoi abitanti bensì perchè ha completato i suoi calcoli sulla potenziale redditività di un cambiamento nelle strategie e tecnologie produttive verso una maggiore sostenibilità ambientale.
Hanno la manodopera, hanno le risorse finanziarie e le materie prime; si sono accontentati delle macchine vecchie che l'occidente ha venduto loro pensando di vendere perline a indigeni sprovveduti: loro le hanno riparate, rese efficienti e moltiplicate inondando i mercati occidentali di manufatti in quantità da esodo biblico a prezzi stracciati; ora si sono accorti che, intanto che loro producevano come forsennati, la tecnologia è avanzata alla velocità della luce e possonoprodurre allo stesso ritmo, con metà della fatica e prestando maggiore attenzione alla salute.
Questo ha insegnato ai cinesi la bolla speculativa, creata da loro stessi e scoppiata tra le mani di piccoli e grandi risparmiatori eredi del Grande Timoniere: in tanti si saranno detti che, se devo morire per lo smog, voglio farlo da ricco e lasciare di che vivere bene a chi resta in questa valle di lacrime.
Pechino ha capito che, se vuole che tutto rimanga uguale, tutto deve cambiare: è tempo che i compagni lavoratori comincino a godere dei frutti delle loro fatiche e lo facciano pensando anche alla salute.
Washington ha fiutato l'affare, anche perchè la maggior parte del suo debito pubbllico è finanziato da capitali cinesi; avendo già annunciato la svolta ecologista, ha avuto buon gioco a mettere sul piatto della bilancia gli studi e l'inventiva tecnologica che, forse, nell'ex Celeste Impero latita e un'accordo preliminare per arrivare all'abbattimento delle emissioni di anidride carbonica per il decennio 2020-2030 si è trovato in un battibaleno.
E l'Europa? Il Vecchio Continente, congrega rissosa e arruffata di miopi bottegai, rimane a guardare accapigliandosi su acrobazie contabili, spiccioli da tagliare ai poveracci e pacchi umani da respingere sulla soglia di casa, rispolverando campi di concentramento e filo spinato per ignorare il problema e nasconderlo sotto il tappeto, come la polvere (bianca) che intanto scorre a fiumi perchè i poliziotti devono tornare a sorvegliare frontiere e barriere.
Mi direte, senz'altro, che "...è la globalizzazione, bellezza! E, tu, non ci puoi proprio fare nulla" .
Peccato che non siamo in un film di Billy Wilder e non sia affato previsto un lieto fine: anzi, non sappiamo proprio come andrà a finire.

(c) 2015 testo: Claudio Montini 
(c) 2015 foto: Orazio Nullo Art & Design "Ecological Advertising" -2015-
 

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