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domenica 26 aprile 2015

Non sono solo danni collaterali!

Giusti fra le Nazioni, ma vittime innocenti

 

 

 

di Claudio Montini



La guerra è una cosa seria e fattura vittime, danni alle cose e fiumi di parole ipocrite, meschine, inutili ma mai intelligenti così come non lo possono essere le bombe e i proiettili di cui si avvale per nutrirsi e produrre i profitti che la ripagano.
Essa è la resa incondizionata e totale dell'intelletto e della ragione, del buon senso e della lealtà alla cattiveria, alla prepotenza, all'ingordigia degli uomini: la foto che ho trovato sul sito di Andrea Sarubbi, tramite google, attraverso la spettacolarizzazione delle breaking news testimonia quanto sia tremendo il livello di banalizzazione della morte in atto ai nostri giorni.
Giovanni e Warren, o meglio, il dottor Giovanni Lo Porto (aveva due lauree conseguite a Londra in gestione di eventi umanitari e aveva lavorato per diverse organizzazioni nell'ultimo decennio) e il dottor Warren Weinstein, medico chirurgo specializzato in pronto soccorso (se quel che ho sentito dire in un solo telegiornale, da Giovanna Botteri corrispondente Rai da New York, è vero) non erano due ragazzini pacifisti partiti per quella travagliata area del mondo in preda a una tempesta ormonale post-adolescenza, ma erano due professionisti preparati, volenterosi e pronti a fare qualcosa di bello e di buono per gli altri, specialmente là dove si dispera pure di arrivare a vedere l'alba del giorno successivo.
Erano elementi di quella schiera di giusti fra le Nazioni o, se preferite, uomini di buona volontà che non portavano agli affamati e ai disperati il pesce per mangiare un giorno, tacitando così col bel gesto la coscienza collettiva del mondo, ma si portavano appresso anche la lenza e la canna e insegnavano a pescare.
Volevano mostrare come sopravvivere e come imparare a migliorare, giorno per giorno, fino ad essere in grado di vivere sempre più dignitosamente anche la propria povertà e magari sconfiggerla; non erano lì per imporre un modello nè economico nè ideologico: volevano aiutare a vivere e sfamarsi e poi andarsene per la propria strada, come il samaritano della parabola evangelica.
Ma la guerra è una cosa seria e deve fatturare vite da spezzare, nemici da sconfiggere, ideologie e sogni da abbattere per giustificare la ricchezza di chi fabbrica le armi, di chi non le ha ma le vuole e baratta morte per morte pur di averle, bramando poi qualcuno da sottomettere al suo volere: chiunque si metta in mezzo a chiedere tregua, chiunque non si tappi le orecchie e la bocca e gli occhi, chiunque mostri quanto sia possibile fare per crescere in armonia con la natura e i propri simili è, alternativamente, un inutile orpello sulla linea di tiro di cui sbarazzarsi con un colpo in più o merce preziosa per il baratto di cui ho appena detto.
La guerra giustifica così i suoi costi, ma chi giustificherà il sacrificio di tutte le vite degli uomini e delle donne di buona volontà?


Foto: (c) 2015   Gooogle Images / www.andreasarubbi.it 
Testo: (c) 2015   Claudio Montini  

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