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venerdì 30 gennaio 2015

Radio Patela Magazine - Letti & piaciuti - Un regalo dal Microfestival di Zinasco(PV)

Quando la lettura si fa immagine dinamica 

 

Pierantonio Ghiglione

NOVANTANOVE PASSI

2014  AB Editore

 

 

 

 

  di Claudio Montini            foto: Orazio Nullo

 

 

 

Il Microfestival Letterario di Zinasco, svoltosi nel comune pavese e lomellino domenica 18 gennaio 2015,  oltre a una giornata splendida e tanti amici con cui condividerla, mi ha regalato un libro con tanto di dedica che mi ha spronato a leggerlo, tralasciando le letture che avevo già in corso.
Non fermatevi a considerare la scatola del regalo, ma guardateci dentro: ne vale sempre la pena, in particolare con un libro frutto dell'ingegno perchè la polpa è più gustosa della buccia;  se, poi, quella è condita con il miele della memoria che avvolge i luoghi in cui si è vissuto ( io sono cresciuto tra Sairano e Zinasco), essa si assimila voluttuosamente senza quasi respirare perchè, capoverso dopo capoverso, si viene attratti e avvinti dalle vicende narrate e dai loro protagonisti.
Una donna nativa di Zinasco (PV), viene trovata morta nella sua abitazione nella provincia di Imperia, dove si era trasferita per lavorare nella locale ASL: rinvenuto il corpo da parte di una collega con cui avrebbe dovuto condividere il tragitto verso il posto di lavoro, i carabinieri iniziano le indagini e, la mobilitazione dei R.I.S. di Parma in contrade solitamente aliene da certe efferatezze, trasforma un caso di cronaca nera locale in un fatto di rilevanza nazionale tanto è privo di indizi e di movente.
La ricerca della verità passa attraverso minuziose indagini sul passato e sulla personalità della vittima; emerge un quadro fatto di uomini che le sono piaciuti ma l'hanno delusa e raggirata, aggravando la sua fragilità nervosa e la diffidenza verso l'opposta metà del cielo.
Solo uno di questi uomini, forse perchè complicato e sensibile quanto lei, dimostrerà di averla amata profondamente superando furtivamente i novantanove passi, curve e scale comprese, che separavano i rispettivi usci di casa per lasciarle un quaderno di riflessioni da innamorato cotto e rubarle la prova di una ennesima relazione sbagliata, tardiva ripicca per una storia d'amore finita.
Sarà proprio questa sottrazione malandrina a sbrogliare la matassa al giudice inquirente e a scagionare il principale indiziato, colpevole soltanto di essersi innamorato della persona sbagliata nel momento sbagliato.
In NOVANTANOVE PASSI di Pierantonio Ghiglione edito da AB Editore di Milano, la mano felice del giornalista di razza e del narratore elegante e sagace, puntuale e intelligente, consapevole dei suoi mezzi e degli strumenti più efficaci si vede nel ritmo vivace ed essenziale della scrittura, nella descrizione con tratto agile e netto di protagonisti, comprimari e ambienti nei quali essi agiscono.
Così, grazie alle scelte stilistiche dell'autore, il romanzo stesso diventa tridimensionale: si fa immagine dinamica, la vicenda prende corpo e moto un fotogramma dopo l'altro e a chi legge pare di assistere allo svolgimento in diretta di un episodio delle prime stagioni del telefilm statunitense  LAW & ORDER .
L'assenza di una voce narrante fuori campo che descriva la scena del delitto, affidata alla trascrizione dei rapporti di carabinieri e medico legale (operazione simile a quella che compie Andrea Camilleri ne LA SCOMPARSA DI PATO'), combinata con il precedente fotogramma dell'assassino in allontanamento dalla scena del crimine (che diventa la naturale estensione e didascalia all'immagine di copertina, una  fotografia di Alessandra Catalano), insieme alla reiterazione dell'iniziale scelta tecnica e stilistica nel resto della narrazione basata sullo sguardo e sulle prospettive percepite ora dagli inquirenti ora dal giornalista, quest'ultimo amante sincero ma temporaneo della vittima, vicino di casa separato da soli novantanove passi e principale indiziato, dimostra la bellezza e l'originalità di questo primo passo di Pierantonio Ghiglione nel mondo del giallo e del noir italiano che riesce a dire tutto il necessario, facendo a meno di morbose scabrosità.
Anche le scelte linguistiche sono funzionali ai personaggi e alla trama e rivelano una grande attenzione alla verosimiglianza e alla chiarezza: caratterizzano sì i personaggi ma non eccedono nei tecnicismi, lasciando trasparire sempre l'umanità degli stessi, la carne e il sangue e lo stomaco e lo spirito; così conosciamo anche noi lettori la vicenda umana della vittima che, da movente della storia, diviene protagonista e, alla fine, proviamo pure noi compassione per questa Margherita strappata al prato della vita per una malintesa e distorta concezione dell'amore.



(c) 2015    Claudio Montini
 
  

 

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