La contessa nera di Umberto De Agostino ed. Fratelli Frilli |
Letto anche per voi....
La contessa nera Umberto De Agostino ed. Fratelli Frilli
di Claudio Montini
Coi libri bisognerebbe fare come con le persone: giudicarle solo dopo che abbiano parlato, ovvero esprimere il proprio parere a commento solo dopo averli letti e meditati, ponendo un congruo tempo tra ciò e il termine della lettura.La contessa nera di Umberto De Agostino edito da Fratelli Frilli, coraggiosa e intelligente casa editrice genovese, nella collana dedicata a romanzi gialli e di ambientazione investigativa e poliziesca, non è nulla di tutto questo in modo esclusivo ma riassume tutti in sè tutti i crismi del genere noir amalgamandolo con una rigorosa e solida ricerca storica, con uno stile narrativo agile, piacevole per le libere incursioni del dialetto nel parlato e nel narrato, essenziale e mai banale, diretto e asciutto: i più lo direbbero di stampo prettamente giornalistico, col solo effetto di far arricciare il naso e i baffi dell'autore lomellino fin nel midollo.
Nel mio piccolo di lettore onnivoro e appassionato, mi sento di affermare che al termine della lettura de La contessa nera ci si trova di fronte ad un'opera, solo in apparenza, minuta e semplice nella trama e nell'ordito e nel numero di pagine.
Tutt'altro: si è di fronte a una classica tragedia greca ambientata in una terra e in tempi affatto lontani da noi che, come quelle, è in grado di evocare temi universali per l'umanità e interrogare lo spettatore come il lettore riguardo a questi ultimi, correlandoli e calandoli nella sequenza di eventi storici rimossi o mitizzati dall'immaginario collettivo, quando non volutamente trascurati dalla storiografia ufficiale e militante.
Infatti l'azione si svolge nel 1921, tra Semiana e Mede, in quel cuneo di terra della provincia di Pavia incastrato tra Sesia e Agogna, con Mortara e poi Roma sullo sfondo; siamo nel periodo immediatamente precedente la marcia su Roma, l'omicidio Matteotti e la presa del potere da parte di Mussolini.
Rivedendo e rivivendo la temperie culturale e politica del tempo, il lettore scoprirà quanto poco duro e puro e unito fosse il movimento fascista degli esordi...Oggi non ci siamo inventati nulla di nuovo.
Dunque, si è alle prese con un'agile saggio storico in forma di romanzo, dove il delitto ( la morte di un giovane squadrista nel quartier generale dei fascisti stessi ) e l'indagine condotta dalla locale unità di carabinieri sono un pretesto, o meglio, la giusta causa per allestire un poderoso e acuto affresco di un periodo storico e di una microregione del triangolo industriale d'Italia ( i cui vertici erano Milano, Genova e Torino ) da troppo tempo considerata periferia dell'impero, come la fortezza Bastiani ne Il deserto dei Tartari di Dino Buzzati.
I cultori del genere giallo o noir o poliziesco, che dir si voglia, legati solo all'aspetto intrattenitivo dell'opera resteranno perplessi, quando non delusi; ma, superato quel momento, sotto la buccia troveranno una polpa gustosa: più e più volte essi potranno apprezzare l'onestà, il puntiglio e il rigore scientifico dello storico scevro da paraocchi ideologici ( Umberto De Agostino è laureto in Scienze Politiche ad indirizzo storico-politico; il tutto combinato con la felice capacità di sintesi tipica del giornalista e col piacere di connotare anche linguisticamente i personaggi e gli ambienti, come ho già accennato, con espressioni dialettali comprensibilissime ( giova ricordare anche che è stato direttore del settimanale INFORMATORE LOMELLINO di Mortara (PV) ed è corrispondente per la Lomellina del quotidiano LA PROVINCIA PAVESE di Pavia, oltre che direttore di periodici locali e autore di saggi di cultura popolare lomellina ).
Sopratutto, tra le righe, vedranno un lomellino fino al midollo innamorato della terra in cui vive che, pur avendo mille peculiarità e ricchezze, non riesce a mostrarle per bene e a farle valere, finendo per essere sfruttata e raggirata dai potenti di turno salvo, poi, rinchiudersi diffidente in sè stessa per la vergogna dell'ennesima fregatura subita.
Non è solo un giallo o un romanzo storico, ma è un monito e un'esortazione all'anima di questa terra e di questa Italia perchè è giunto il momento di seppellire tutti i morti, chiudere i conti col passato e riprendersi in mano il proprio destino.
Testo: Claudio Montini Foto: Orazio Nullo
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